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Festival di Sanremo 2021

Bugo: “Sono abituato alla pressione, non faccio solo pezzi malinconici”

Dopo le polemiche di Sanremo 2020, Cristian Bugatti, in arte Bugo, sembra essere ancora più rilassato rispetto allo scorso anno, rispetto al Festival. Una tranquillità che afferma sia il risultato della pressione di fare bene che ormai per Bugo è diventata la normalità, dopo 20 anni di musica. Con “E invece si” si è esibito sul palco del Festival di Sanremo 2021.
A cura di Francesco Raiola
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Bugo (LaPresse)
Bugo (LaPresse)
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Arrivava a Sanremo, dopo gli avvenimenti con Morgan accaduti alla scorsa edizione per il brano "Sincero". Ma Bugo, in arte Cristian Bugatti, sembra non aver cambiato minimamente il suo approccio al Festival, presentandosi con il brano "E invece sì" con una consapevolezza forte. Il cantante originario di Rho, quest'anno ha deciso di portare alla kermesse una canzone "che si attiene perfettamente alla storia del Festival", lasciando intendere che la malinconia del brano non lo riflette sempre, anzi affermando che da una vita si sforza per non affiancare questo concetto alla sua musica. Durante la serata delle cover si è esibito con i Pinguini Tattici Nucleari in "Un'avventura" di Battisti, perché "preferisco cantare la canzone di un'artista che amo, piuttosto che di uno sconosciuto". Un artista che sembra non conoscere la pressione, soprattutto quando afferma che non dà molto peso al fatto che da casa ci siano più di 10 milioni di persone a guardarlo.

Com'è nata "E invece sì"?

Volevo fare una canzone diversa da "Sincero", classica nella struttura degli accordi: basso, batteria, chitarra acustica e poi orchestra. È uscita questa canzone, che si attiene perfettamente alla storia del Festival. Poi ci sono alcuni versi miei, parole mie.

Non mi sembri un artista che soffre la pressione. Come hai vissuto la vigilia del Festival?

Sono stato consapevole dei riflettori puntati addosso, e mi han dato una sfida maggiore. So che la gente aspettava questa cosa, ma non ci ho dato molto peso. Come se pensi che a casa ti stanno vedendo 10 milioni di persone, non canti mica bene. Le aspettative non devono essere ascoltate, si deve fare il proprio, cantare bene.

Hai sentito meno la pressione rispetto all'anno scorso, quando magari ti dovevi far conoscer un po' di più?

Non è che son arrivato l'anno scorso e non parlavo con nessuno. Io ho 47 anni e ne ho 20 di musica, quindi non è che son arrivato ieri. Guarda io la vivo allo stesso modo dell'anno scorso, certo è che son cambiate le domande. C'è stata in mezzo la pandemia, la curiosità per la nuova canzone.

Appare un senso di malinconia nel tuo brano, qualcosa che non ci sembra nuovo nella tua musica. Come hai vissuto questo sentimento, nella scrittura del brano?

Guarda io sono tutt'altro che malinconico nella vita, dipende poi dalla canzone. "Mi manca", fatta con Ermal Meta, se la metti vicino a "Invece sì" hanno delle similitudini, perché prendono qualcosa dai ricordi. Dipende dalla canzone, ma non sono tutti pezzi nostalgici. Poi la malinconia va e viene, ma non mi ritengo una persona malinconica. Anzi faccio di tutto, da sempre, per non cadere nella malinconia. Poi sono un essere umano che non può controllare le proprie emozioni.

La scelta dell'accoppiata Battisti-Pinguini Tattici Nucleari?

Preferisco cantare la canzone di uno che amo, piuttosto che di uno sconosciuto. Battisti è un mostro sacro che amo, insieme a Celentano. Poi se la canto bene o male, non sta male giudicarlo. Cantare Battisti mi dà trasporto, ho scelto l'unica canzone che lui aveva portato al Festival, e poi sono arrivati i Pinguini. Ho chiamato Riccardo (Zanotti, ndr), con cui avevo già una collaborazione nel disco e avevamo fatto da giudici assieme a Castrocaro. Comunque quest'anno ho avuto diverse possibilità di incontrarlo e gliel'ho chiesto, lui ha accettato con grande felicità.

Con la collaborazione di Vincenzo Nasto

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