Blackout Tuesday, il mondo della musica si ferma per George Floyd e i profili si tingono di nero
Blackout Tuesday è il nome dell’iniziativa cui stanno aderendo i famosi di tutto il mondo per protesta dopo la morte del 46enne afroamericano George Floyd durante un fermo di polizia. Le immagini dell’uomo bloccato sull’asfalto dal ginocchio dell’agente Derek Chauvin, il suono spezzato della voce con cui gli chiedeva di spostarsi, di permettergli di respirare, hanno fatto il giro del pianeta e ispirato le proteste degli americani. Sono migliaia le persone scese nelle piazze per chiedere giustizia per Floyd. Il mondo dello spettacolo e della musica si è unito alle proteste con un’iniziativa rapidamente diventata virale sui social network. Sono due gli hashtag ufficiali scelti per protestare contro la morte del 46enne afroamericano: #blackouttuesday e #theshowmustbepaused.
Gli artisti italiani che hanno aderito alla protesta
Potrebbe esservi capitato nelle ultime ore di imbattervi in una foto completamente nera postata da un artista sui social. Quella foto è il simbolo della protesta: lo schermo nero e l’assenza di comunicazione con il mondo esterno sono i modi scelti dai famosi di tutto il mondo per testimoniare la propria solidarietà a George Floyd, per protestare contro ogni forma di razzismo e violenza. In Italia hanno aderito all’iniziativa Laura Pausini, Marco Mengoni, Emma, Alessandra Amoroso, Elisa, Giuliano Sangiorgi, Gianna Nannini, Francesco Gabbani, Elodie, Marracash e numerosi altri. In ambito musicale internazionale hanno aderito al Blackout Tuesday i Rolling Stones, Robbie Williams, Ariana Grande, Demi Lovato, Eminem, Katy Perry e tantissimi altri. La protesta non riguarda solo il mondo della musica, ma quello dello spettacolo in generale. Hanno spento i propri profili divi hollywoodiani e top model quali Cara Delevingne, Natalie Portman, Hilary Swank, Timothy Chalamet, Lily-Rose Depp, Aaron Paul e Jake Gyllenhaal.
La campagna lanciata da Atlantic Records
L’iniziativa Blackout Tuesday è stata lanciata da due dirigenti della Atlantic Records, Brianna Agyemang e Jamila Thomas. Attraverso l’istituzione di un sito dedicato, hanno chiesto una reazione forte e unanime che condanni il fenomeno descritto come “razzismo e disuguaglianza di lunga data che esistono dai consigli di amministrazioni alle strade”. Perché per George Floyd e per quelli che come lui hanno perso la vita in circostanze analoghe sia fatta giustizia.