Baby K presenta Kiss Kiss Bang Bang: “Resto una rapper, anche se amo la melodia”
C'è ‘Roma-Bangkok‘, ma c'è anche altro dietro la cantante dell'estate Baby K. Rapper romana nata a Singapore è da tempo una delle star del rap italiano, che vanta collaborazioni con alcuni dei maggiori esponenti del genere, benché oggi l'orizzonte della cantante sia variato, allargandosi a un pubblico e sonorità più mainstream che uniscono al rap, amore che continua, il pop e l'elettronica, ad esempio e che hanno fatto del singolo un tormentone estivo da 30 milioni di visualizzazioni su YouTube, doppio platino, in testa alla classifica dei pezzi in streaming più ascoltati.
Insomma, Baby K è cresciuta e commercialmente parlando ha fatto un passo enorme in avanti, confermando alcune delle tematiche a lei care, come quella della femmina alfa (‘Un concetto con cui ricordo che una donna da sola può arrivare ovunque') che l'aveva caratterizzata negli anni scorsi. Oggi esce Kiss Kiss Bang Bang, album prodotto da Takagi e Ketra, che "voleva rappresentare un po' il bacio e un po' il colpo di pistola che è un po' la mia musica visto che c'è la melodia, c'è il rap, c'è questa dicotomia e questo contrasto costante", come dice ai microfoni di Fanpage.it. Ma a parte un rimando nel brano ‘Licenza di uccidere' non c'è nessun riferimento alla colonna sonora di Kill Bill e al pulp.
Probabilmente non si aspettava neanche lei un successo così clamoroso, del pezzo e di un video che ha rischiato di saltare a causa del maltempo al secondo giorno di riprese, eppure la rapper spiega come non esista un formula che possa decidere a priori il successo di un brano:
Non c'è mai una ricetta per il successo, altrimenti sarebbe automatico fare un disco, non esisterebbe il fallimento dei grandi. Il gioco è trovare l'alchimia di ingredienti vincenti.
Certo, questa è stata l'estate dell'unione di pop e elettronica, del synth che spinge e che ha permesso a un pugno di canzoni di prevalere. E chissà come hanno preso questa svolta i colleghi della cantante, la quale il problema se lo pone solo in parte:
Chiaramente i puristi [del rap] immagino possano avere da ridire. Nel momento in cui si tocca il mainstream, sembra che tutto diventi tipo il diavolo, però, semplicemente, un artista, un rapper è solo un essere umano, si evolve e non credo che io debba battermi il petto perché se amo comporre delle melodie significa che non sono più una persona vera. Il rap, però, resta sempre la mia passione, provengo da lì e non credo che lo mollerò mai.