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Amy Winehouse: l’ultima “rockstar” del Club dei 27

Una vita fatta di eccessi e sregolatezza che l’ha portata all’autodistruzione. La cantante britannica si è spenta ieri nel suo appartamento di Londra a 27 anni. Un’età che l’accomuna alle “rockstar maledette” come Jimi Hendrix, Jim Morrison e Janis Joplin.
A cura di Biagio Chiariello
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Amy Winehouse

E’ morta ieri a Londra a ventisette anni Amy Winehouse, una delle più grandi voci soul al mondo. Un decesso provocato da un cocktail di alcol e farmaci o da un’overdose di droga (si attendono comunque i risultati dell'autopsia). Una fine tanto prematura quanto paradossalmente attesa. Si sa che i bookmakers accettano (in maniera a volte inquietante) qualsiasi tipo di scommessa. E' quella sulla dipartita di Wino non pagava tanto.

Amy Winehouse, genio e sregolatezza, una vita fatta di eccessi, ha abbassato così il sipario sulla sua breve e intensa vita da stella della musica. Nel 2003, a soli 19 anni, arriva il primo disco Frank, e già i discografici capiscono di aver per le mani un talento. Poi il grande successo con Back to Black del 2006, un milione di copie vendute in pochi mesi. Un album grazie al quale soul e R&B ritornano agli antichi fasti degli anni Sessanta. E i paragoni per quella ragazza inglese, figlia di un tassista e un'infermiera, di origine russa, sono subito forti: Aretha Franklin, Etta James e Ruth Brown. Ma non ci sono solo positivi commenti, ma anche concreti risultati. Il singolo "Rehab" le

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vale il Grammy Awards quale canzone dell'anno. Certo, oggi, a pensare che in quel pezzo rispondeva "no, no, no …" ai genitori che volevano farla disintossicare, fa davvero venire i brividi. Il 2007 è l'anno della consacrazione: con "Rehab" o "Back to Black", già ufficialmente tormentoni, dal secondo album vengono estratti altri due singoli, "Tears Dry On Their Own"e "Love Is a Losing Game". Il 10 febbraio 2008 Amy Winehouse vince ben cinque Grammy Awards, tra i quali quello di Best New Artist. Tuttavia non può andare ritirarli, in quanto i suoi problemi con droga e alcol ormai sono già cominciati. Il catastrofico matrimonio con Blake Fielder-Civil – fatto di percosse, overdose, ricoveri, addirittura la reclusione per lui (dopo aver aggredito il proprietario di un locale) e quindi il divorzio – rende ancora più veloce il percorso verso l'autodistruzione della cantante. La "Rehab" arriva seriamente: sei mesi ai Caraibi per disintossicarsi definitivamente. Ma non basterà. La crisi di Amy è inarrestabile e lo dimostrano i continui ricoveri in ospedale, a causa di ricadute sempre più frequenti. Il ritorno sulle scene live a Belgrado, lo scorso mese, è il segnale che qualcosa si è spento definitivamente in lei: davanti a centinaia di migliaia di fan dà vita ad una perfomance disastrosa che le vale fischi, insulti e soprattutto costringe il suo entourage alla cancellazione totale del tour europeo che avrebbe fatto tappa anche in Italia, a Lucca, il 16 luglio scorso.

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Ieri nel suo appartamento di Camden Square nella capitale inglese la conclusione della angosciante parabola di un grande talento femminile. Amy se ne va a ventisette anni (28 li avrebbe compiuti a settembre), l’età delle "rockstar maledette" – come ha detto e scritto, stamattina, qualcuno – la stessa di Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin e Kurt Cobain.

E' un universo legato a misteri, superstizioni e liturgie quello del rock. Un universo convinto che Elvis sia ancora vivo e che quello che ha suonato nei Beatles dal '66 al '70 non sia Paul McCartney, ma un sosia. E anche nel caso di Amy Winehouse il giallo è servito: ieri, poche ore prima della morte, su Twitter, dopo ben cinque mesi d’assenza dal noto social network, la cantante ha pubblicato sul suo profilo un messaggio apparentemente nonsense: “oinka oikna oinka why you awake”. Secondo i maniaci delle dietrologie, si tratterebbe dell’annuncio di una sorta di suicidio pianificato. Gli inquirenti vagliano anche questa ipotesi. Ed è sempre il popolo del web a chiedersi: "Perchè la morte per queste rockstar arriva proprio a 27 anni?" Il problema è che il popolo di forum e social network scorda che ciò che veramente unisce questi artisti non è l’età, ma piuttosto l’attrazione per alcol e droghe. E un ultima cosa: Amy Winehouse non è una rockstar. Faceva soul.

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