Amy Winehouse: ad ucciderla è stato l’alcol, nessuna traccia di droga
Dal giorno della morte di Amy Winehouse, scomparsa nella sua casa di Londra a soli 27 anni, molte sono state le ipotesi avanzate sulla sua dipartita. La maggior parte di queste tesi vedeva nelle sostanze stupefacenti l'elemento X.
Tutto sbagliato. Gli esami dell'autopsia sul corpo di Amy Winehouse sono stati resi pubblici e hanno confermato le conclusioni degli esami tossicologici. Ad ucciderla è stato l'alcol. Lo ha detto il coroner della St. Pancras Coroners Court di Londra, Suzanne Greenaway, spiegando che quella della cantante «morte accidentale» («misadventure») a fronte di un tasso alcolemico superiore di 4-5 volte al limite consentito (416mg di alcol per 100ml, mentre il limite legale è di 80mg).
«La conseguenza involontaria di tali livelli, potenzialmente fatali [di alcol], è stata una morte improvvisa e inaspettata», ha dichiarato Greenaway.
Nel suo appartamento di Camden Town sono state rinvenute tre bottiglie di vodka, due grandi e una piccola, secondo qua
nto riferito dallo stesso coroner. La morte sarebbe dunque da attribuire ad uno trauma seguito a uno "stop and go", ovvero un consumo smodato di alcolici dopo un periodo di astinenza. Precedentemente il medico di Amy Winehouse, la dottoressa Christina Romete, che ha visto la sua famosa paziente la sera prima di morire, ha detto che la cantante era «alticcia, ma tranquilla». Il medico ha, inoltre, affermato di aver prescritto alcuni farmaci, tra cui un sedativo, per aiutarla a far fronte ai sintomi di astinenza da alcol, ma il coroner ha confermato che queste sostanze non hanno avuto alcun ruolo nella sua morte.
Il portavoce dei Winehouse's, Chris Goodman, ha detto che è stato un sollievo per la famiglia «scoprire, finalmente, cosa è successo a Amy». Gli esiti dell'autopsia confermano, peraltro, quanto ripetuto dal signor Mitch, padre della sfortunata artista. L'uomo ha sempre sostenuto che la figlia, avesse smesso di drogarsi e che ad ucciderla fosse stato il desiderio di disintossicarsi troppo rapidamente.