10 canzoni per ricordare Lucio Dalla [VIDEO]
Dieci canzoni, alcuni dei più grandi successi di Lucio Dalla, per ripercorrere il genio, l'arte e presto anche il mito, dell'artista scomparso oggi per un improvviso attacco di cuore. Era in Svizzera per il tour che gli aveva regalato già immense soddisfazioni e diversi sold-out in tutta Europa, reduce dal festival di Sanremo 2012, al aveva partecipato con la canzone Nanì, scritta a quattro mani con il giovanissimo Pierdavide Carone. Di seguito 10 dei suoi successi più belli, per ricordarlo con le note che gli hanno permesso di rimanere per sempre nella storia della musica italiana come uno dei cantautori più amati.
Piazza Grande – 1972. Da Napoli a Bologna, la sua Bologna. Comunemente ricordata come A modo mio, come recita il ritornello, la canzone è stata scritta da Ron, e parla della sua città descritta dagli occhi di un senza tetto. Lenzuola bianche per coprirci non ne ho sotto le stelle in Piazza Grande, e se la vita non ha sogni io li ho e te li do. I sogni e le speranze di chi non ha niente.
Caruso – 1986. Una canzone che ha dato un impeto di napoletanità all’artista bolognese, che a modo suo un po’ partenopeo ci si sentiva. Te voglio bene assai ma tanto tanto bene sai, recita l’inciso di Caruso, la canzone che ha reso omaggio a Napoli, descrivendo con delle parole che sembravano dipingere il Golfo di Sorrento.
4 Marzo 1943 – 1971. La canzone che ha il titolo della data di nascita di Dalla, è solo parzialmente autobiografica. Nel ’71 fu inizialmente censurata a Sanremo, perché il tema tabù della ragazza madre fu giudicato scandaloso e irriverente, anche il titolo originale fu cambiato, Gesù Bambino, inadeguato all’epoca.
Attenti al lupo – 1990. Una delle canzoni più divertenti e simpatiche di Lucio Dalla: C’è una casetta piccola così.. chiunque sarebbe in grado di continuare queste strofe, impresse nella memoria della gente. Fa così familiare, come se ogni padre l’avesse trasmessa al figlio negli ultimi vent’anni.
Futura – 1980. Una poesia, sul domani e il giorno che verrà. Futura è il nome di una bambina che nascerà, e chissà quante ne sono nate con questo nome che sa di speranza. Il ritmo è dolce e poi vivace, non resta che lasciarsi andare alle sue note.
Canzone – 1996. Ritorna in grande spolvero nei secondi anni novanta. Il singolo fa da apripista all’album omonimo, e il brano è scritto a quattro mani con Samuele Bersani. Violini e percussioni, una splendida accoppiata che fa sognare. Canzone raggiunge il picco di vendite appena messa in commercio. Uno dei suo lavori maturi più apprezzati e condivisi.
Se io fossi un angelo – 1985. Pieni anni ottanta, nel ritmo e nelle parole. Il testo è di denuncia contro la guerra, "I potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni, ma allora sbagli anche tu" direbbe un angelo rivolgendosi a Dio. Il brano, così come l’album che lo contiene Bugie, fu sottovalutato.
L’anno che verrà – 1979. Caro amico ti scrivo… tutti noi abbiamo canticchiato almeno una volta questa strofa, inconsapevole preambolo di una lettera da un tempo e una realtà che non c’è. Un mondo raccontato in parole che Lucio ha lasciato in una canzone, dalla libera e svariata interpretazione.
Vita (con Gianni Morandi) – 1988. Duetto storico, di canzone così belle ed intense forse non se ne scrivono più. Un inno alla vita, e all’essere umano che ha qualcosa di etereo, angelico, ma è pur sempre terreno. Assoli di chitarra sul finale, la parte rock di Lucio.
Disperato erotico stomp – 1977. "L'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale". Un precursore dei tempi, in queste parole. Un brano – racconto di una vita, incontri e scontri quotidiani, anche con se stessi. Un’ironia canticchiata su un finale blues.