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Willie Peyote chiude il suo tour, con lui sul palco Libero De Rienzo, Pino Daniele e Mac Miller

L’artista torinese chiude a Napoli il suo tour 2022. Un concerto in cui il pantheon dei suoi riferimenti si mescola al ricco repertorio che fa di Peyote uno degli artisti più interessanti della scena musicale italiana.
A cura di Andrea Parrella
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Qualcuno, un saggio certamente, diceva che i riferimenti sono importanti, che le basi contano. Pari saggezza va attribuita al motto secondo cui nulla si crea e nulla si distrugge, ma al massimo si trasforma, andato ben oltre le sue più rosee previsioni di semplice formula scientifica, dato che vale per tutto e quindi anche per la musica. Per raccontare il concerto di chiusura del tour di Willie Peyote si parte proprio dalle citazioni, dato tutt'altro che strumentale della poetica dell'artista torinese. I riferimenti sono per Peyote elemento di condivisione e architrave dei suoi componimenti.

Sul palco del Duel di Napoli il rapper – se proprio vige l'obbligo di inquadrarlo in una definizione senza dubbio limitante – ha mescolato il suo repertorio con richiami espliciti a Pino Daniele – con lui sul palco Fulminacci per una "Che soddisfazione" a sorpresa – infilando nelle sue canzoni i Motel Connection, gli Arctic Monkeys, Battisti, Luca Carboni e i Backstreet Boys, oltre a cantare un intero omaggio a Mac Miller, l'artista americano morto prematuramente nel 2018.

Allusioni che si sono trasformate in una specie di Sarabanda collettivo, una gara a indovinare la citazione, più o meno diretta che fosse. Il cantante ha citato Pino Mango e le sue scuse al pubblico un attimo prima del malore che ne causò la morte sul palco e ha omaggiato Libero De Rienzo, cui ha dedicato uno dei pezzi più belli del suo ultimo album, Sempre lo stesso film, palese richiamo a al film Santa Maradona, cult vero soprattutto per un trentenne torinese di oggi.

Fulminacci sul palco con Willie Peyote
Fulminacci sul palco con Willie Peyote

L'utilizzo delle icone è un esercizio che Willie Peyote fa con la coerenza di chi sa che i simboli esistono se qualcuno se ne fa carico, li interiorizza e li fa camminare. La dilagante presenza di cenni ed evocazioni non ha sminuito affatto il valore di un concerto che, al netto dei limiti acustici della location, ha confermato la statura di questo cantautore, tornato negli ultimi mesi con un disco duro, meno conciliante verso un orecchio generalista come erano stati i precedenti, che tuttavia ad un secondo ascolto emerge per una verve compositiva rara che unita a una capacità di sguardo spassionato e cinico del reale unito e a uno stile musicale consapevole e senza pregiudizi rendono Willie Peyote una certezza assoluta della scena musicale italiana, impossibile da confondere.

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