Whitney Houston morta per abuso di cocaina
Mentre ancora si dibatte intorno al testamento di Whitney Houston, l’ufficio di medicina legale di Los Angeles pubblica i primi risultati dell’autopsia praticata sul corpo della cantante che conferma l’annegamento come causa principale della morte ma rivela alcuni dettagli inquietanti che avrebbero contribuito al decesso dell’artista. Whitney, trovata morta nella vasca da bagno in una camera d’albergo di Beverly Hills, è annegata anche a causa dell’utilizzo cronico di cocaina e dell’aterosclerosi, una malattia infiammatoria cronica che colpisce le arterie. A rendere noti i primi dettagli relativi all’autopsia praticata sul corpo della cantante è il medico legale di Los Angeles che ha definito come accidentale la morte di Whitney e ha reso noti anche i referti dell’esame tossicologico.
La storia della Houston e della cocaina è ormai nota, purtroppo, ed erano molti a pensare che l’uso costante di sostanze stupefacenti avesse avuto voce in capitolo nell’improvviso decesso della cantante. L’ufficio di Medicina Legale della città degli angeli spiega anche che nel corpo della Houston sono stati ritrovati resti di marijuana e di farmaci antidepressivi che, tuttavia, non hanno contribuito al decesso in maniera massiva. Resta adesso la paura dei fan per Bobbi Kristina, la figlia allo sbando di Whitney. Lei, beccata alle prese con la stessa sostanza che ha contribuito alla morte di sua madre, potrebbe facilmente cadere nel tunnel della droga, fosse anche solo per riprendersi dalla terribile sciagura che l’ha investita. Ad aiutarla ci sta pensando il fratellastro e amico intimo Nick Gordon che, in una maniera o nell’altra, pare le stia facilitando la ripresa, sebbene il loro resti uno dei rapporti più chiacchierati del momento.