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Voga: “Dal Conservatorio di Napoli al porta a porta delle etichette nazionali per farci conoscere”

I Voga sono uno dei progetti Urban più interessanti del panorama nazionale e “Io & Te” è il loro ultimo singolo.
A cura di Cristina Somma
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Si intitola “IO & TE” (Columbia Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo dei VOGA, il duo napoletano nato dalla collaborazione tra Enrico Esposito e Lorenzo Biscione. Loro stessi lo descrivono come "un singolo malinconico, in cui le influenze rap e un flow coinvolgente si uniscono al pop più dolce". Il pezzo, che parla di "un amore rotto" ed "è la sintesi di diverse relazioni ed esperienze amorose vissute nell’ultimo anno", è arricchito da un sample di Roshelle e un campionamento di Luché nella prima strofa.

"IO&TE" è il vostro ultimo singolo. Come nasce?

“IO&TE” è una canzone che parla di un amore rotto e si presenta apparentemente come una dedica ad una persona specifica, ma in realtà è la sintesi di diverse relazioni ed esperienze amorose vissute nell’ultimo anno. Il brano guarda con occhio nostalgico al passato, con una chiara consapevolezza del presente: tutte queste storie erano destinate a terminare per lasciare spazio a qualcosa di positivo, che è poi effettivamente arrivato.

Roshelle e Luchè come si sono inseriti in questo progetto?

Il campionamento è una matrice importante del nostro processo creativo e da tempo avevamo il desiderio di campionare un artista italiano. Quando abbiamo ascoltato la versione live di “Seta” di Roshelle abbiamo subito capito che fosse il brano perfetto per valorizzare il messaggio trasmesso in “IO&TE”, oltre ad avere un sound che si sposa alla perfezione con noi. Abbiamo poi fatto un ulteriore passo citando una leggenda del rap italiano come Luchè con il pezzo “Tutto può succedere”, che si incastrava perfettamente con la frase iconica “Io e te, ti stringo forte”.

Invece voi come siete nati?

Ci siamo conosciuti al Conservatorio di Napoli. Era un periodo di cambiamento per entrambi, e questo ci ha permesso di legare e trovarci fin dal primo giorno. Poco dopo abbiamo deciso di iniziare a fare musica insieme, inizialmente in inglese con la pubblicazione di una canzone anche su Spotify, per poi continuare con l’italiano in modo da poterci esprimere al meglio. Dopo mesi di lavoro in camera e vari pezzi conclusi, abbiamo deciso di andare personalmente a Milano per proporre la nostra musica alle label bussando direttamente alla loro porta, anziché contattarle semplicemente via mail. Così abbiamo fatto le valigie e da quell’esperienza sono nati i Voga.

Al conservatorio avete studiato musica elettronica: la formazione accademica elettronica è solitamente lontana dal genere in cui avete deciso di cimentarvi, com'è nata la passione per l'Urban?

Veniamo da background musicali molto differenti, ma l’influenza Urban che abbiamo in comune è sempre stata molto presente per entrambi. Non è un caso che, ad oggi, dopo aver lavorato tanto alla ricerca del nostro sound e della nostra identità, crediamo di aver trovato il nostro posto proprio nel mondo Urban. Vedevamo il Conservatorio come un modo per crescere musicalmente ed una valida alternativa all’università.

Il vostro primo successo è stato Miranapoli con Young Snapp e Mv Killa, poi è arrivato Marekiaro con Coco. Tutti riferimenti a Napoli. Qual è il vostro rapporto con questa città?

Siamo coscienti di non essere lo stereotipo del classico rapper napoletano, sia come sound sia come linguaggio. Allo stesso tempo, però, teniamo molto a mantenere le radici nella nostra casa e città, mostrando un’altra faccia della medaglia all’Italia e a Napoli stessa. Per questo motivo abbiamo deciso di raccontarla in questi brani, in cui abbiamo avuto la possibilità di collaborare con amici – prima ancora che artisti – che stimiamo. Il successo ottenuto dai pezzi dà manforte al nostro pensiero e al nostro viaggio.

Vi siete ritrovati giovanissimi a cantare davanti a un pubblico ampio come quello del Pizza Village, com'è stata l'esperienza di un live con così tante persone?

I Voga sono nati a ridosso del primo lockdown, per cui le nostre esperienze live sono state molto limitate. Era strano vedere i nostri brani andare virali e non poter guardare le persone cantarli insieme a noi. Suonare al Pizza Village è stata la prima conferma del fatto che la nostra musica era riuscita davvero a lasciare qualcosa di significativo nel tempo agli ascoltatori. È stato come andare da 0 a 100 in quanto è stata la nostra prima grande esperienza dal vivo, ma è stato anche un modo per recuperare tutti gli altri live programmati e annullati come conseguenza dell’emergenza Covid.

Un altro vostro successo è stato Xfetti Sconosciuti in cui citate il brano "Brivido" di Guè e Marracash. Quali sono stati gli altri artisti che vi hanno influenzato maggiormente?

Siamo cresciuti con il rap italiano e napoletano, con artisti come Guè, Marra, Fabri Fibra, i Co’Sang. Ad oggi siamo fortemente influenzati dal sound di Toronto e degli USA in generale, da artisti come Drake, Kanye West, Travis Scott, ASAP Rocky, PartyNextDoor ed altri.

Invece "Niente di personale" è molto rap rispetto ad altri vostri brani da cui emergono altre influenze, come l'elettronica o l'RnB. Quale sentite più vostro e come pensate di proseguire in futuro?

Tutti i brani ci rappresentano in maniera diversa al 100%. Crediamo di essere molto versatili e stiamo cercando di rendere questo aspetto un nostro punto di forza per poterci esprimere sempre come desideriamo. Per cui vogliamo continuare il nostro percorso dando sempre più sfaccettature diverse alla nostra musica e allargando ulteriormente la nostra visione.

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