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Vinicio Capossela e i 30 anni di “All’una e trentacinque circa”, album d’esordio del cantautore

30 anni fa usciva “All’una e trentacinque circa”, l’album d’esordio di Vinicio Capossela. Il progetto diede inizio alla carriera musicale del cantautore, nato dal bar “Pjazza” di Bellaria Igea Marina, in cui cantava in orari notturni per “vecchi camionisti, alcolisti e avventurieri di frontiera”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Il 12 ottobre 1990 usciva il primo album di Vinicio Capossela "All'una e trentacinque circa", premiato con la Targa Tenco per la migliore opera prima a pari merito con l'opera "Passa la bellezza" del polistrumentalista Mauro Pagani. Un album nato in un locale in cui un giovane Capossela suonava per vecchi camionisti, alcolisti e avventurieri di frontiera: il Pjazza di Bellaria-Igea Marina. Nel 2018 l'album ottenne anche la sua prima riedizione, riportando alla luce i primi successi dell'artista irpino-emiliano nato ad Hannover.

Le sue prime esibizioni

La storia dell'album "All'una e trentacinque circa", il primo di Vinicio Capossela è interessante per tutta la costruzione del progetto. L'artista, per i 30 anni del primo album "All'una e trentacinque circa", ha svelato alcuni aneddoti in un'intervista a Rolling Stone. A partire dal titolo, che rileva l'orario dell'incontro tra il pubblico e il cantante nelle sue prime esibizioni al "Pjazza" di Bellaria Igea Marina. Un momento della serata in cui il locale diventa la culla dei nottambuli e dei lunatici, di quelli che non si arrendono mai, ovvero il primo pubblico delle canzoni di questo disco, registrato in un pomeriggio d'agosto del 1989. Un percorso musicale che Capossela aveva cominciato in coppia, facendosi chiamare "Blue Valentine" – chiaro omaggio a Tom Waits, da sempre sua ispirazione -, quando si esibivano cantando brani di altri autori famosi. Dopo le continue lamentele per le interpretazioni fantasiose di alcuni brani storici della musica italiana, Capossela decise di incominciare a scrivere dei brani propri, con l'intonazione che preferiva.

L'incontro con Guccini e Fantini

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Quelle bozze di nuove canzoni, esibite al Pjazza e registrate in maniera amatoriale, finiscono in una cassetta registrata in un pomeriggio d'agosto del 1989. Questa musica ha bisogno di essere ascoltata ed apprezzata, come nell'occasione in cui Francesco Guccini approvò la musica del giovane Capossela. L'incontro tra Guccini e Capossela si tenne in due momenti: il primo durante una bevuta al bar del teatro Ariston di Sanremo per il premio Tenco, e il secondo, molto più personale, nella residenza di Guccini a Bologna. Grazie a questo incontro, e quello successivo con il manager di Guccini e Paolo Conte, Renzo Fantini, la produzione della cassetta incomincio a diventare qualcosa di più vicino ad un progetto musicale.

La registrazione del disco

Dopo la firma con la CGD, Capossela e la sua band composta dall'organista Mimmo Turone, il batterista Ellade Bandini e Marco Tamburini alla tromba e al flicorno, sbarcarono a Villa Condulmer, una residenza che aveva uno degli studi di registrazione più avveniristici per l'epoche. Un'occasione per il cantautore per riuscire ad equilibrare meglio le sonorità blues, jazz e swing, quelle atmosfere malinconiche che nel passato avevano fatto la fortuna di artisti come Paolo Conte, Fred Buscaglione e Sergio Caputo. I suoni dell'album riarrangiati dal sassofonista Antonio Marangolo riescono a dare quel suono che identifica Capossela durante i suoi primi album, con la collaborazione storica di Jimmy Villotti che gli suggerirà di osare, senza mai retrocedere.

L'evento a Milano

Per ricordare l'uscita dell'album e tutte le atmosfere che hanno poi caratterizzato il suono di Vinicio Capossela negli anni, il prossimo 31 ottobre al locale milanese Blue Note, nell'ambito della rassegna musicale JazzMi, Vinicio Capossela si esibirà nel concerto "Round one Thirty Five". L'evento ripercorrerà la storia del cantautore e tutti i suoi brani dell'album d'esordio "All'una e trentacinque circa", un'occasione storica per festeggiare i 30 anni dall'esordio.

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