Venerdì 17 di Fabri Fibra: la furia del cantante contro la società italiana
Oggi è Venerdì 17, un giorno come gli altri per la totalità della popolazione, un vero e proprio incubo per i più scaramantici: le origini di tale "leggenda" provengono tutte da un'impressionante sequela di coincidenze concernenti ad avvenimenti nefasti avvenuti proprio nel giorno incriminato (come l'anagramma in numeri romani di XVII, trasmutato in VIXI, sigla che appariva sulle tombe dei defunti, o ad esempio l'uccisione dei templari verificatasi proprio in un venerdì 17).
Il rapper Fabri Fibra, dal canto suo, ha deciso in passato di comporre una canzone intitolata proprio Venerdì 17, attaccando in modo piuttosto forte e senza peli sulla lingua tutto ciò che gli andava: l'artista di Senigallia prende di mira la società italiana evidenziando gravi avvenimenti di grande importanza storica come il famoso G8 macchiato dalla morte di Carlo Giuliani, oltre a lanciare diverse stoccate ad altri "colleghi" musicali quali i Tiromancino e Irene Lamedica.
Il brano, tratto dall'album "Mr. Simpatia" del 2004, è stato composto adoperando temi e toni piuttosto forti, sciorinando un corollario di termini davvero poco idonei al bon-ton musicale: tale scelta caratterizzerà la prima parte di carriera di Fabri Fibra, che successivamente andrà ad addolcire leggermente i toni per risultare maggiormente idoneo agli stilemi del mainstream italiano. I primi album del rapper, di fatto, hanno venduto esclusivamente 13.000 copie, mentre dal 2006, con l'album Tradimento, arrivano i primi successi commerciali, accompagnati per l'appunto da un alleggerimento dei toni utilizzati, in passato poco adatti alla massa.