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Vecchioni: “Perdere mio figlio? Il dolore più grande della mia vita, però mi ha dato speranza”

Roberto Vecchioni ha tenuto una lectio magistralis in Vaticano, sul tema “Dio non ha preferenze”, partendo da qui il cantautore in un’intervista ha parlato del suo concetto di fede, di dolore e anche di amore.
A cura di Ilaria Costabile
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Da professore, Roberto Vecchioni, di lezioni ne ha tenute davvero tante nella sua carriera da docente e anche da cantautore, ma quella che lo ha visto protagonista in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, era diversa da tutte le altre, incentrata su un tema preciso "Dio non fa preferenze". In un'intervista al Corriere della Sera, ha parlato di dolore, di crescita, ma anche di amore e di cosa voglia dire, oggi, avere fede.

Il dolore lo ha avvicinato alla fede

Sul fatto che Dio non faccia preferenze, Vecchioni si sofferma sull'importanza della riflessione su certe tematiche: "Oggi c’è una grande crisi tra ideale e reale a favore del reale. Non ci si sofferma più sull’ideale, nemmeno sull’idea. In questo modo noi programmiamo una eternità temporanea, convinti di essere eternamente reali. Non è così". Pur non essendosi mai definito ateo, è sempre stato un credente non convintissimo, ma con il tempo ha compreso di aver maturato un bisogno necessario:

Io con la mente e con la fantasia sono arrivato a un bisogno assoluto di super umano, di ultraterreno, di qualcosa che non sia solo chimica. Alla fede ci si arriva quasi sempre attraverso i sentimenti, quella forza incredibile che governa il mondo che è l’amore: è un’invenzione troppo straordinaria.

Con gli anni ciò che gli ha permesso di far maturare la sua fede sono stati i dolori: "Il cercare di spiegarmi razionalmente o sentimentalmente il perchè del male. E quindi lentamente capire che c’è un senso, oscuro ma c’è. Aveva ragione Eschilo: si impara soffrendo. Ed è vero, non si impara niente dalla felicità, è uno stato di quiete, di mare morto. Nel mare in agitato scopri come navigare". La sofferenza più difficile da attraversa è stata la scomparsa di suo figlio, a soli 36 anni: "È stato il dolore più grande della mia vita. Il più grande. Ma invece di sbalzarmi nell’inferno mi ha proiettato verso la speranza". 

L'amore per Roberto Vecchioni

Se Dio non fa differenze, quindi, Vecchioni ancor meno e infatti parla della reazione che ha avuto nel momento in cui ha saputo che sua figlia fosse omosessuale e si sofferma su come la Chiesa abbia provato ad includere certe diversità:

Non ho le competenze per esprimermi sul perché la Chiesa non lo abbia ancora fatto ma io dico che accadrà. Si capirà, si dovrà capire che bisogna vivere in un mondo in cui gli uomini possono esprimere il proprio spirito e il proprio sentimento. Il proprio bisogno di trovare tranquillità, rifugio e piacere in un’altra persona, chiunque sia.

E restando in tema d'amore, quello con sua moglie è stato totalizzante, ancora adesso è una figura fondamentale nella sua vita, scelta tra tante e ancora oggi al suo fianco:

Ho avuto questa fortuna immensa: da 43 anni sto con una donna che è meravigliosa e siamo una cosa sola. Posso aver avuto tutti i dolori del mondo, ma posso anche dire che per 43 anni ho avuto al mio fianco una persona con cui — nel bene e nel male, nei litigi, nel capirsi e non capirsi — abbiamo costruito una sintassi dell’esistenza comune. Quando l’ho vista la prima volta sono crollato. E l’ho vista in mezzo cento persone, ma subito ho pensato: la mia vita parte da qui. Non so dove arriverà, ma parte da qui. Era una donna bellissima, la più bella che avessi mai visto in vita mia. E lo è ancora, ma la bellezza è la sua qualità peggiore

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