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Vasco contro tutti

Non la vuole proprio finire Vasco Rossi di fare polemiche. La sua pagina Facebook è diventata una sorta di diario dove ha pubblicato “L’Altra Autobiografia”, farcito di critiche pesanti nei confronti di alcuni suoi colleghi. Scoppia il caso Baglioni.
A cura di Laura Balbi
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Non la vuole proprio finire Vasco Rossi di fare polemiche. La sua pagina Facebook è diventata una sorta di diario dove ha pubblicato "L'Altra Autobiografia",  farcito di critiche pesanti nei confronti di alcuni suoi colleghi.

Se credevate che la redenzione di Vasco Rossi fosse un gesto risolutivo ed assoluto, che comprendesse anche il suo istinto irrefrenabile di parlare a ruota libera, beh, vi sbagliavate. Il buon Vasco avrà anche chiuso i rapporti con gli eccessi da rockstar ma non ha certo smesso di tenere la lingua a freno. Lo ha dimostrato nella sua L’Altra Autobiografia su Facebook, una nuova occasione social dopo i celebri “clippini” per raccontare di se e del suo passato, partendo dalle sue origini come musicista, tutt’altro che facili. Vasco ha fatto la gavetta vera, quella sul palco da sconosciuto, di fronte a un pubblico che non sapeva chi fosse e che non gli ha risparmiato fischi e disprezzo. Il Rossi che non ti aspetti ha iniziato a farsi conoscere, a fatica, e a mano a mano è diventato parte di quel mondo della musica che nasconde, nemmeno poi tanto, anche una buona dose d’invidia e antipatie, alle quali Vasco non si è certo sottratto. Superate le ruggini con Ligabue con cui ha fatto pace, Rossi è un fiume in piena, pronto a sparare a zero facendo nomi e cognomi degli altri colleghi che non è riuscito proprio ad apprezzare.

La prima vittima del rocker di Zocca è Claudio Baglioni.Vecchie ruggini, risalenti ai primi incontri tra i due, quando un Vasco sanguigno non poteva fare proprio a meno di fargli capire chiaro e tondo che non apprezzava la sua musica. Scaramucce di qualche decennio fa, quando per un palco importante ed ambito da entrambi, il cantante di Piccolo Grande Amore fu preferito a uno scomodo Vasco.

Un Baglioni che per te impersona… che per te è l’emblema… delle musichette da sala d’attesa… Con testi che non raggiungono neanche il livello dei peggiori discorsi sul più e sul meno, infarciti dei soliti luoghi comuni, come quelli che si fanno per ammazzare il tempo quando si sta in fila alle Poste o che fanno tra loro le signore dal parrucchiere durante una messa in piega… Lo hai conosciuto agli inizi della sua carriera, quando sembrava la brutta copia di Battisti. Certo… “la tua maglietta fina”… in confronto alle “scarpette rosse”… “Passerotto non andare via”… rispetto a “Dieci ragazze per me”…! O “La mia canzone per Maria”, “La vita è adesso” in confronto a “Emozioni”… Eh, insomma! …Impallidivano un po’! Sarà forse per questo che lo hai preso subito in antipatia…

Amnesty international organizzava un festival rock coi miti internazionali. Io avevo offerto la mia disponibilità a partecipare, come rappresentante italiano, e la cosa pareva stesse andando in porto, quando Baglioni scese dal Cielo e offrì Sua disponibilità. Così Blasco Rossi , lo scomodo e imbarazzante personaggio, fu immediatamente messo da parte, per poi essere escluso: venne accolta invece a braccia aperte la notizia della Sua partecipazione. Stampa e critica italiane spalancarono subito le porte al beniamino delle italiche mamme, al punto di riferimento delle spose giovani e bianche, all’ottimo esempio per tutte le brave ragazze, al supporto nazionale per i discorsi sul tempo che si devono fare per forza durante l’attesa alle Poste o dal parrucchiere.

Effettivamente, lui era la perfetta rappresentazione dell’ ideale del bravo ragazzo: pulito, bello e sano. L’unico problema, pensavo io, era che lui che non c’entrava niente con i gruppi rock feroci come quelli di Springsteen ed altri. Ma lui, completamente in preda a se stesso, lui non c’ha mica pensato! E così, quando fece la sua apparizione su quel palco, venne massacrato da un pubblico che non lo riconosceva, che non lo voleva, che non lo stimava e che non lo apprezzava. Il pubblico si espresse a suon di lanci di bottiglie, di lattine e di insulti (cosa che a lui non era mai capitata); lui fu costretto a fuggire dal palco, e la cosa lo scioccò a tal punto che sparì per anni dalla circolazione. Povero lui, abituato da sempre a esibirsi solo davanti a persone che già lo adoravano per le sue canzoni; povero lui, che aveva sempre conosciuto soltanto l’esperienza di salire su un palco per accontentare e soddisfare un pubblico già conquistato, che già lo stava aspettando, a cui bastava anche solo vederlo da vicino per acclamarlo… Da quella volta, non si esibì più dal vivo per oltre dieci anni. Ricominciò timidamente dal balcone di casa sua con un concerto per il suo vecchio cortile…! Poi ne fece uno su un camion, ed infine riprese il coraggio di riaffrontare il pubblico in un Palasport. Non posso dire di avere sofferto per lui. Anzi, parliamoci chiaro: fui contento che la sua arroganza e il suo delirio di onnipotenza fossero stati ridimensionati in quel modo. Io ne avevo presi, di schiaffi, nei miei primi anni di concerti…! Soprattutto in quelle centinaia di esibizioni che ho fatto in manifestazioni e fiere dove la gente non stava lì appositamente per me.

Una lunga parentesi dedicata a Baglioni che non ha sottratto Vasco dalle critiche dei fan del cantante, che, com’era immaginabile, hanno invaso la sua bacheca per riempirlo di improperi. Vasco ha messo giudizio, e non ha perso tempo a mettere in chiaro le opinioni reciproche con Claudio, spiegando sulla pubblica piazza del social network:

vasco rossi su fb .

Affondato il primo bersaglio, Vasco passa in rassegna gli altri colleghi di cui avrebbe fatto volentieri a meno: in una sorta di delirio artistico dove si sente l’unico investito del potere di giudizio sull’operato altrui il rocker ne ha di tutte, per tutti. Demolisce senza pietà Amedeo Minghi, Piero Pelù ed il Grignani dei primi tempi – una brutta imitazione di se, a suo dire – mentre si intravede una velata stima per Zucchero, ma meglio dirlo sottovoce, non si sa mai sconfinasse in un eccesso di buonismo:

E cosa vuoi fare, dicevo, quando ti ritrovi seduto di fianco ad un tal Wolfang Amadeus Minghi ( il soprannome è mio) che sembra talmente soddisfatto di sé e delle sue canzoni tristi e lagnose…? Che poi, queste sue lagne, lui le fa sempre in tonalità minore… che ti fa scendere giù per le sue scale melodiche sempre di più e, alla fine della torturante atmosfera di triste malinconia, ti risolleva finalmente (anche perché più giù non poteva proprio più andare) con un compiaciuto e soddisfatto…. “La vita mia!” ….In MAGGIORE!! E nel momento in cui lo senti cantare quest’ultima egocentrica e superba frase, lo vedi anche alzare il viso ed assumere un’espressione da imperatore… Be’, allora può venirti proprio voglia di smontarlo un po’, di dirgli che la sua aria da fenomeno musicale e il suo modo di tirarsela ti fanno pena, che sono solo un triste squallore, il risultato di una presunzione eccessiva che ha perso ogni contatto con la realtà, quella vera. E sì… E alla fine glielo dici pure! E lui non fa una piega, resta sordo ed isolato nel suo mondo fatto di favole e di preghiere. Così tu ti allontani, e vai a sederti in mezzo ai Litfiba. Allora, magari, ti ritrovi di fianco a Pelu’… e lo osservi un attimo. E pensi che ancora non hai capito se canta per scherzo e fa del rock per caso, o se in fondo si diverte soltanto… per sesso! Certo non hai ancora capito nemmeno un suo testo. Tutti quegli ululati poco funzionali e tutte quelle gratuite distorsioni vocali continue, che sottomettono il significato delle parole al solo fine dello spettacolo e della recitazione, sono tanto lontani dalla tua concezione di “canzone” e di “musica rock” che finisce che uno come lui, poi… ti sembra un UFO. Poi ci sono quelli che non hanno niente da dire, quelli che non sanno comunicare, e poi anche quelli che ammiri e apprezzi. Solitamente finisci per star con questi ultimi, è naturale, è logico. Ogni tanto può capitarti d’incontrare il giovane talento un po’ sbruffone che ti vuole sfidare, e quindi che devi un po’ “domare”, come Grignani, nei primi tempi. Ma c’è anche chi, come Zucchero, si mette a competere con te a suon di dischi pieni di splendide ed orecchiabili… e travolgenti musiche, complete di arrangiamenti davvero ben confezionati. C’è sempre qualcuno che ti ritrovi regolarmente avanti nelle classifiche, e che raccoglie sempre un po’ più di pubblico di te nei concerti… e che vorresti strozzare!

Ma gira che ti rigira Vasco ricade nel cliché dell’artista a cui gli anni pesano, e sente l’esigenza di fare bilanci non richiesti. Non ce ne vogliano i fan, ma questa volta ha davvero esagerato, sfociando nelle manie di grandezza più che nell’anticonformismo; ed il post di scuse a Baglioni (e fan) ne è la conferma.

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