17.102 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Un anno senza Mango, Laura Valente: “Pino non è scomparso, per lui il finale migliore”

È passato un anno esatto da quando durante un concerto a Policoro Mango ha perso la vita a causa di un infarto. Era sul palco e cantava ‘Oro’, la canzone che gli ha dato il successo: abbiamo chiesto a Laura Valente, moglie del cantante lucano, qual è oggi la sua eredità artistica e parlato di poesia, inediti, Lucania e dell’elaborazione del lutto.
A cura di Francesco Raiola
17.102 CONDIVISIONI
Immagine

Mettetevi l'anima in pace, Laura Valente, Filippo e Angelina, rispettivamente moglie e figli di Pino Mango (qua la sua pagina Facebook ancora molto attiva) non metteranno sul mercato inediti del cantante di Lagonegro, scomparso l'8 dicembre del 2014 e fermamente avverso a questo tipo di operazioni e la famiglia ha deciso di rispettare quella che era una delle sue volontà: niente cose che non erano già pensate per la pubblicazione, quindi, e niente cose tipo concerti tributo, lui non avrebbe voluto e la Valente – cantante ed ex voce dei Matia Bazar – con cui abbiamo chiacchierato al telefono ha tenuto a ribadirlo. Nonostante il dispiacere dei fan, quindi, Mango sarà ricordato per quello che ha fatto, e sarà un'occasione per andare oltre i suoi successi, ‘Oro', ‘Mediterraneo', ‘Nella mia città' e ritrovare chicche nascoste o meno conosciute. Un impegno complesso per chi si è ritrovato, all'improvviso, a dover gestire un lutto i cui confini tra il pubblico e il privato sono stati molto labili, ma che per fortuna ha avuto nella schiettezza e nella convinzione del cantante, da vivo, i propri punti cardinali:

[Il nostro, a differenza di quello dei fan, ndr] è un rapporto d'affetto diverso con la memoria, per cui dobbiamo proteggere e rispettare la sua immagine e la sua volontà. Per noi è molto faticoso, te l'assicuro, è una novità ed è una situazione surreale perché ogni volta dobbiamo chiederci ‘Ma lui questa cosa l'avrebbe autorizzata? L'avrebbe fatta?'.

Tutte le poesie di Mango

In 40 minuti di chiacchierata, abbiamo chiesto alla cantante quale sia oggi l'eredità artistica di Mango, che negli ultimi anni aveva preferito la scrittura alla musica, pubblicando due libri di poesia e avendone terminato un terzo che avrebbe dovuto essere pubblicato nella primavera del 2015.

Noi, ovvero io, Filippo e Angelina, abbiamo deciso di pubblicare questo volume per diverse ragioni: la prima è perché Pino aveva già finito di redigere le composizioni poetiche di questo terzo libro che in realtà è un libro di inediti e aveva intenzione di pubblicarlo nella primavera del 2015, per cui ci è sembrato giusto, doveroso e rispettoso dar corso a questa sua volontà. I due precedenti libri che aveva pubblicato erano andati esauriti, per cui con il suo editore, che è Pendragon, ci è sembrato giusto accontentare le richieste di chi voleva anche i volumi precedenti e fare una raccolta che comprendesse i due volumi già pubblicati e questo terzo inedito, quindi è uscito questo ‘Mango – Tutte le poesie' che racchiude tutta la produzione poetica di Pino.

La differenza tra musica e poesia

Testi scritti per rimanere tali e non per essere messi in musica, anche perché rispetto ai testi delle sue canzoni nascevano da bisogni diversi: la musica era condivisione, confronto, mentre la poesia ‘era un momento di solitudine e introspezione', nata dal silenzio della notte, in grado di avvicinare i lettori all'uomo più di quanto facesse tutto il resto:

Pino era un uomo di pensiero, un uomo molto colto e non andava mai in superficie, quindi la poesia gli ha dato questa possibilità di entrare molto in verticale dentro di sé e dentro le domande che si faceva quotidianamente sul senso della vita, per questo noi ci teniamo che in questo momento, a un anno della sua scomparsa, si parli di questo libro e delle sue poesie perché sai, l'artista e le sue opere sono a disposizione di tutti, basta mettere un cd e lo ascolti, mentre per capire meglio l'uomo, secondo noi, leggere le sue poesie lo avvicina di più e ne fa conoscere aspetti che magari le persone non hanno mai pensato prima.

Immagine

‘Non pubblicheremo inediti, Pino non avrebbe voluto'

In futuro probabilmente vedremo anche un suo romanzo, ultimo inedito che si potrà leggere, anch'esso un progetto che aveva avuto l'avallo del cantante per la pubblicazione, a differenza di tutto quello che si potrebbe trovare scavando nei suoi hard disk dove non c'era nulla che fosse finito: tutto quello che era pubblicabile era stato pubblicato nell'ultimo album, ‘L'amore è invisibile' e anche i pezzi che non erano rientrati in quell'album rimarranno nascosti

Una cosa che non faremo mai – sottolinea la moglie – è di non andare a ripescare in tutti i suoi hard disk pieni di canzoni appena finite o incomplete o, magari, finite ma non inserite nei cd (…). Lui non ci aveva mai parlato di un progetto discografico con queste canzoni che aveva tolto dall'album, quindi dovremmo inventarcelo noi e questo a noi non piace.

La morte sul palco? Un finale perfetto

Nonostante la sua proverbiale riservatezza, la Valente ci tiene a sottolineare il rapporto che il marito aveva coi fan, un rapporto sincero e incondizionato, fatto di dedizione assoluta perché conscio che era un privilegiato, poteva vivere della sua passione e questa cosa era possibile grazie a tutte le persone che amavano la sua musica e ringraziarle di persona, tutte, era il suo modo per ringraziarle. L'amore verso Mango poi è cresciuto anche in seguito alla modo in cui è morto:

Pino non è semplicemente scomparso: tutto moriamo e ci sono tanti modi per morire, ma probabilmente un finale così non lo vedi neanche nei film; lui poi lo diceva sempre, quando parlavamo della morte: ‘Se dovessi morire, io voglio morire sul palco mentre faccio quello che mi piace fare, nel mezzo della passione della mia vita'. Quindi, insomma, è successo sul palco, mentre suonava ‘Oro', che era la canzone che gli ha dato successo, noi eravamo tutti lì, suo figlio suonava sul palco con lui, stava facendo un concerto di beneficenza con 3000 persone davanti e ti  posso dire che non c'è stata sofferenza, c'è stato un attimo in cui non ha capito molto ma non è stato dolore, ha detto ‘Scusate', ha suonato l'ultima nota sul pianoforte e poi io sono salita sul palco 30 secondi dopo e lui non c'era già più. Un finale per lui meraviglioso e questo finale forse ha dato modo anche a chi non lo conosceva bene di avvicinarsi: Pino era un uomo all'antica, educatissimo, rispettoso e generoso e quindi anche il finale ha avvicinato un sacco di pubblico, ha mosso un'onda di affetto fortissimo e questa cosa a me e ai ragazzi ha aiutato tanto, benché per noi sia stato uno sconquasso. Per lui è stato il finale migliore, per noi è stato quello peggiore.

I dubbi sulla Fondazione

Intanto la famiglia e la Valente, in particolare, stanno cercando di capire quale sarà la forma migliore per valorizzare la sua opera: in passato si era pensato a una Fondazione, ma per ora si va con i piedi di piombo:

So cosa voglio fare, voglio parlare di Pino e valorizzare la sua opera e farlo conoscere anche alle persone che non lo conoscono bene o solo perché l'hanno visto al festival e questo lo farò con o senza Fondazione.

La domanda più intima

L'ultima domanda è quella più personale, una domanda banale, probabilmente, ma senza dubbio difficile, nata da ‘L'anno del pensiero magico', libro in cui Joan Didion racconta l'anno immediatamente successivo alla morte del marito, lo sceneggiatore e scrittore americano John Gregory Dunne: che anno è stato per te?

La difficoltà, quest'anno, è stata gestire la dicotomia di aver avuto un lutto privato così violento che nel contempo è stato anche un lutto pubblico. Pino, per noi, era marito e padre, poi era anche artista e personaggio pubblico, quindi trovare l'equilibrio non è semplice. Sai, quello che ti succede è che vuoi stare solo, capire cosa è successo, non ce la fai neanche a stare in piedi, invece il personaggio pubblico richiede un altro tipo di attenzione, i fan ti bussano alla porta, quotidianamente, ti scrivono… allora il mio sforzo è stato quello di non chiudere la porta a tutto questo, perché Pino non avrebbe mai voluto e allora con grande fatica non l'ho fatto, ho risposto a tantissime lettere personalmente, tanto che c'è stato un momento in cui ho dovuto un attimo darmi una regolata, abbiamo avuto bisogno di riappropriarci del nostro spazio privato: è come se mi fossi sentita all'improvviso investita di una responsabilità, di quello che Pino rappresentava per il suo pubblico e la Basilicata tutta e visto che chiudermi l'avrei trovato sbagliato per lui ho voluto fare questo sforzo. Non ti nascondo, però, che c'è stato un momento per cui ho dovuto affrontare l'aspetto privato e allora ho dovuto chiudere tutto, ho staccato completamente e lì ho cercato di metabolizzare il mio lutto e il mio dolore. Se dovessi dirti qual è stata la cosa che mi ha aiutato di più, ti direi la condivisione di questa esperienza.

17.102 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views