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Trucebaldazzi: “Vendetta Vera mi ha provocato una brutta depressione, venivo bullizzato”

Matteo Baldazzi, meglio conosciuto come Trucebaldazzi, ha raccontato il periodo difficile vissuto dopo che la sua Vendetta virale diventò virale.
A cura di Redazione Music
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C'è stato un periodo in cui il nome di Trucebaldazzi era ovunque, sui giornali e sui social, schernito, preso come modello di una generazione allo sbando, usato per prendere in giro il movimento hip hop, praticamente bullizzato. Oggi Matteo Baldazzi fa i conti con quello che ha passato in quel periodo in cui "Vendetta vera" era sulla bocca di tutti e il suo nome era diventato sinonimo di trash. Ormai trentenne, Baldazzi è in cura e porta ancora addosso le ferite di quegli anni, come spiega lui stesso sia sui suoi profili social che in un'intervista al Corriere della Sera. Sono passati solo pochi mesi dalla pubblicazione di un video in cui cercava di spiegare che quella canzone, quello sfogo, nasceva non contro la sua scuola, ma a causa di un educatore che, secondo lui, si rivolgeva nei suoi confronti con violenza.

"Sono il primo a essere consapevole di avere dei problemi ma non sono un fenomeno da baraccone. I video sui social mi hanno provocato una brutta depressione e dato problemi" dice Baldazzi al Corriere, spiegando che a causa delle conseguenze di quel video si è praticamente chiuso in casa per anni e ancora adesso ha enormi difficoltà a uscire per le strade di Bologna, dove vive. Negli anni in cui il video macinava milioni di visualizzazioni Baldazzi girava anche a fare serate, ma anche lì si rese presto conto che la gente andava per insultarlo, per usarlo come sfogatoio delle proprie frustrazioni: "La gente mi scherniva e mi bullizzava, mi ricoprivano d'insulti".

"Decisi di pubblicare quei video perché avevo avuto dei problemi alla scuola media di Rastignano. Mi sono ammalato e mi sono chiuso in casa, non volevo più vedere nessuno per il timore di essere preso in giro" spiega anche al quotidiano, specificando che anche oggi porta addosso quelle cicatrici ed è seguito dal Centro di salute mentale. Nonostante siano passati tanti anni, Baldazzi dice di amare sempre il rap (il suo nome prende spunto dal truceKlan, storico collettivo hip hop romano di cui facevano parte, tra gli altri, Metal Carter e Noyz Narcos), di voler continuare a farlo e sogna di poter incontrare il suo mito Fabri Fibra. Oggi le cose vanno meglio, spiega, anche se deve sempre fare attenzione: "Ora va meglio perché sto trovando l'equilibrio, ma ho vissuto periodi molto arrabbiati che sfogavo anche sul cibo (…). Sto provando a costruirmi una vita sociale".

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