Tredici Pietro: “Mio padre vorrebbe collaborare con me, ma mi ammazzerei la carriera”
"Mi prendevi come scherzo, bello scemo, mi basta questo pezzo e riconosci quanto cazzo sono spesso" rappa Pietro Morandi in arte Tredici Pietro, che da un anno ha cominciato a fare sul serio col rap: partito da "Pizza e fichi", suo primo singolo, è arrivato alla pubblicazione di "Assurdo", primo album per la Thaurus, una delle etichette di riferimento del genere, entrato anche nei primi 100 posti della classifica FIMI degli album. Ci ha messo un po' di tempo per farsi prendere sul serio, lui che ha un padre ingombrante, per popolarità e peso nell'immaginario culturale italiano, ma senza rinnegare nulla cerca di scartare di lato per dimostrare che la sua carriera artistica non ha nulla c he vedere con quella: generazioni diverse, ascolti diversi, riferimenti diversi. Pietro parla spesso, nei suoi pezzi, di questa questione di identità, una sorta di egotrip in risposta al pregiudizio e poi, come nei classici pezzi rap, c'è la voglia di condividere con la sua crew i successi di questi mesi.
È passato un anno dall'uscita di "Pizza e fichi" e ora sei uscito con il tuo primo album "Assurdo", che anno è stato?
È stato un anno assurdo, come dice il titolo del mio disco, un anno che non avrei immaginato così, dal 15 giugno 2018 ad oggi avrei detto tutt'altra cosa se me l'avessero chiesto il 14 giugno; è stato un anno pieno di sorprese, pieno di soddisfazioni, pieno di casini, in sintesi un anno assurdo, in positivo, però, dai.
Un anno che ti è servito anche a combattere il pregiudizio: cosa racconta "Assurdo"?
Racconta di quest'anno, di questi sei mesi, racconta un po' le vibe che hanno attraversato il mio corpo. Si parla proprio di quello che è successo, di come l'ho vissuta io, di come l'ha vissuta la gente, il fatto che io stia facendo rap, che il figlio di Morandi stia facendo rap e stia ottenendo credibilità per me è… assurdo. Se non fossi stato almeno musicalmente credibile, forte, mi avrebbero sotterrato, perché ci vuole un attimo a fare il paragone con il personaggio e tutto.
Hai scelto di avere un unico produttore, Mr Monkey, e solo un feat. con Madame, come mai?
Un solo produttore, secondo me, rende ancora più identificabile la cosa e magari in questo modo il progetto ha avuto anche una coerenza di suono che con vari producer avrebbe avuto di meno. Solo una collaborazione perché a parte che Madame è la rapper più forte e giovane che ci sia, mi faceva piacere che ci fosse un'altra rapper emergente come me nel disco, così da farci forza l'uno con l'altro.
A livello di suono cosa deve aspettarsi chi ascolterà il tuo disco?
Roba molto hip hop, molto rap, il disco è poco auto tune, poco trap, argomenti trap zero ma solo argomenti Tredici Pietro. Questa è una roba fresca, la pretesa che ho io è dire che questa è roba che viene dopo la trap, dopo il rap.
Per quanto riguarda la scrittura, invece, come ti muovi? Dove trovi l'ispirazione?
Cerco sempre di essere meno contaminato possibile, in generale, se vai a prendere l'ispirazione copiando è molto identificabile. Quando uno copia lo percepisci, non mi appiglio ai canoni che ci sono adesso: soldi, macchine, orologi, gioielli, droghe e donne, non parlo di niente di tutto questo, sono tutti argomenti che non affronto, se non alla mia maniera, cioè non è che non posso parlare di donne, ma lo faccio sempre con la mia chiave.
In molti non si aspettavano che fossi uno partito dal basso: qual è stata la tua gavetta?
Ho lavorato nei supermercati qua in Italia, ho fatto il portapizze, ho lavorato in Inghilterra, sono stato in un alimentari per 8/9 mesi, lavoravo al banco, tagliavo i salumi.
Sei cresciuto in un ambiente musicale diverso dal rap, che crescita musicale è stata la tua?
È vero, mio padre non faceva rap, faceva musica leggera, pop italiano, fa tutt'ora musica italiana. Io me ne sono sempre un po' fregato, ho sempre ascoltato quello che piaceva a me. Ho cominciato con MTV, Fabri Fibra, 50 Cent, quei video musicali che passavano in tv, poi pian piano ho cominciato ad ascoltarla più approfonditamente e ho iniziato a scrivere rap.
Tuo padre cosa ne pensa della tua musica?
Quando la ascolta approva, certe cose non le capisce, però lavora nella musica da quando è ragazzino, quindi avrà un gusto musicale ben definito.
Avete già pensato a un feat tutti e due?
Lui sì, io no. Me l'ha chiesto, però io non posso fare un featuring con mio padre, dai, mi ammazzo la carriera, mi distruggo, inizia e finisce. Troppo facile e allo stesso tempo difficile.
Questo è il tuo ingresso ufficiale nella discografia. E ora che succede?
Quest'estate sono in giro tra festival, poi vorrei suonare tutto l'inverno, fare un tour, fare più casino che si può, speriamo