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Tiziano Ferro: “Se fossi un giovane cantante parteciperei a un talent, si fa meno fatica”

Tiziano Ferro ha rilasciato un’intervista all’Espresso, dove ha consigliato ai giovani talenti di partecipare ai talent: “Se fossi un giovane cantautore parteciperei a X Factor, a The Voice, a qualsiasi programma musicale. Avrei fatto meno fatica: non avrei avuto problemi a mostrarmi in sovrappeso”
A cura di Vincenzo Nasto
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Tiziano Ferro, foto di LaPresse
Tiziano Ferro, foto di LaPresse

Tiziano Ferro, dopo esser stato costretto ad annullare la presentazione del suo primo romanzo La felicità al principio, nelle scorse ore ha concesso un'intervista a L'Espresso, dove ha raccontato la speculazione sulla fine del suo matrimonio sui social, ma non solo. Ferro ha anche discusso su come i giovani si approcciano, adesso, al mondo della musica: un principio più democratico secondo il cantante romano, con cui lui "non avrebbe perso dieci anni paura di non essere accettato". Infatti, Ferro ha consigliato ai giovani artisti di lanciarsi in un talent musicale: "Se fossi un giovane cantautore parteciperei a X Factor, a The Voice, a qualsiasi programma musicale. Avrei fatto meno fatica: non avrei avuto problemi a mostrarmi in sovrappeso e non avrei perso dieci anni per paura di non essere accettato, perché oggi si è molto più aperti a sdoganare alcuni stereotipi che in passato mi hanno frenato, come il peso appunto". Ferro ha anche svelato che avrebbe voluto partecipare a The Voice America: "Ho anche pensato al brano con cui mi sarei presentato oggi a The Voice America: Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno".

I talent all'interno de La felicità al Principio

Il discorso è poi virato sul suo primo romanzo, La felicità al principio, pubblicato lo scorso 4 ottobre. Nelle settimane prima dell'arrivo in Italia per la presentazione del libro, era arrivata l'ufficialità del divorzio in corso dal marito Victor Allen. La separazione aveva costretto Ferro a rimanere in California, anche perché le leggi della Florida impedivano al cantante di abbandonare lo stato con i suoi figli: "Sarei potuto venire da solo, ma avrebbe significato non potermi occupare di loro, che in questo periodo stanno soprattutto con me". Nel frattempo, con l'uscita di La Felicità al principio, più tratti legati al protagonista Angelo Galassi si sono interconnessi con l'autore. Dalla vicinanza al mondo dei talent, raccontati nel libro attraverso la figura di Bass Ferper, nome d'arte di Fabio, che rappresenta la relazione nascosta al pubblico, un rapper diventato giudice di un talent.

Il tema dell'alcolismo e l'astinenza da sette anni

Ma non solo, perché ne la Felicità al principio, ritroviamo anche il tema delle dipendenze, come quella alcolica. Si parte dagli abusi subiti da piccolo da parte di suo zio, al padre violento sotto abuso di alcolici, fino alla dipendenza alcolica del protagonista Galassi. Solo poche settimane dopo, sul suo profilo Instagram ufficiale, Tiziano Ferro scriveva: "7 anni dall’ultimo bicchiere e dal primo giorno con la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Semplicemente e onestamente, solo grato". Nel 2020, in una lettera a Sette del Corriere della Sera, anticipando il docu-film prodotto da Amazon Prime Ferro, il cantante aveva rivelato: "Una sera la band mi convinse a bere. E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista".

La felicità di Ferro per il suo primo romanzo

Nella parte finale dell'intervista, Tiziano Ferro mostra anche orgoglio per il suo primo romanzo, attaccando però alcuni attori della stampa italiana che "hanno speculato sulla separazione": "Sognavo questo momento da quando ero piccolo, da venti anni: il mio romanzo. Da ragazzino ho scritto ‘Notizia è l’anagramma del mio nome' e senza farlo apposta ho trasformato una cosa bella e serena, come quella del libro, in un’altra notizia. Avrei solo voluto parlare del libro, non pensavo che una separazione che avviene tutti i giorni potesse provocare qualcosa di così assurdo a favore di messaggi di omofobia. Questo non è giornalismo: sono bugie".

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