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Timberlake e “Tunnel Vision”: più che di tette il problema è di sette.. minuti

L’ultimo singolo di Justin Timberlake si è distinto per una polemica relativa al nudo presente all’interno e alla questione delle censure da parte di Youtube. Ma “Tunnel vision” dura sette minuti, come buona parte dei pezzi contenuti nell’ultimo disco: questione di cui nessuno si è ancora preoccupato.
A cura di Andrea Parrella
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E' molto interessante la questione sollevata da Rolling Stones in merito ai criteri coi quali Youtube stabilisca quale video possa essere ritenuto censurabile o meno in merito alla presenza di nudi. Il confronto è quello tra la clip di Thicke, originariamente zeppa di donne spogliate danzanti, in mezzo a uomini ben vestiti, poi successivamente censurato, con quello di Justin Timberlake, che un nudo pressoché integrale lo mostra per tutta la durata del video (sette minuti!), ma in virtù della presenza di chiaroscuri e di un'atmosfera meno ridondante, è stato ritenuto di natura artistica, quindi non censurabile.

Ma dei sette minuti chi se ne preoccupa? Al principio d'infarto proveniente dalla vista di quel numero relativo alla durata dei singoli di Timberlake non ci pensa nessuno? E' il secondo dell'ultimo album, figlio di una collaborazione col messia pop del ventunesimo secolo, Jay Z. Il primo, Mirror, era nato proprio con questo presupposto, tant'è che Timberlake ne fece il motivo di una crociata pubblicitaria, quello della durata del singolo, come a voler sostenere provocatoriamente che nulla ci fosse di strano in una canzone di più di sette minuti. Nulla di strano, ma pure di buono, verrebbe da dire. Tu le puoi pure fare le lunghe sonate, ma non ti aspettare che io le accolga a braccia aperte. Hai pensato al dramma di chi, assistendo ai tuoi concerti, non potrà prodigarsi in un applauso liberatorio per più di 400 secondi? Mi chiedo se a Jay Z Justin abbia chiesto pezzi belli, oppure pezzi lunghi e basta. Perché la verità è che l'unico elemento evolutivo della nuova opera del cantante non stia nell'apporto qualitativo, ma solo ed esclusivamente al tempo libero rubato all'ascoltatore.

Pink Floyd e guardarsi l'ombelico – La media durata delle canzoni presenti nello stravenduto The 20/20 experience si aggira attorno ai sei minuti e mezzo: praticamente una canzone breve è l'eccezione. Intendiamoci, abbandonando qualsiasi riferimento del passato, i Pink Floyd e i concept album, se formalmente si è voluto che una canzone moderna si limitasse ad una durata generica limitata ai tre/quattro minuti, ci sarà pure un motivo, o no? Così, i pezzi interessanti, dotati di buoni e semplici idee di fondo, di un disco che avrebbe avuto un'eco eguale pure se fosse stato "normalmente" lungo, vengono illustrati con circonlocuzioni complesse e arzigogolati giri di parole, caratterizzati dalla volontà di andare a cercare l'inquadratura dall'alto a testa in giù, guardarsi l'ombelico, insomma: fare la cosa più difficile. Viene da dire che su Tunnel vision, più che un problema di tette, si ponga un serio e concreto problema di sette.

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