TikTok vietato negli Usa: la scelta di Trump può essere un danno anche per l’industria musicale
Stop a TikTok dal prossimo 20 settembre negli Stati Uniti, l'applicazione, infatti non sarà più raggiungibile dai principali store e rischia una cancellazione totale. Ad annunciarlo è il segretario al commercio americano, Wilbur Ross, mettendo la parola fine ad una querelle tra il governo americano e quello cinese sulla piattaforma. Una decisione che va a ridefinire il rapporto tra Tik Tok e l'industria musicale, soprattutto statunitense, sviluppatasi negli ultimi anni con fenomeni come Lil Nas X, Roddy Rich e il duo iLOVEFriday. La piattaforma cinese, infatti, ha avuto un impatto enorme per quanto riguarda l'industria musicale, negli Usa, ma in tutto il mondo (ultimo esempio eclatante è il successo di "Jerusalema")
Il successo che ha rotto la barriere
L'applicazione cinese ha raggiunto nel secondo semestre del 2020 quasi 80 milioni di utenti mensili negli Stati Uniti, uno delle maggiori area di distribuzione della piattaforma, soprattutto quella con più creatori di contenuti. Una caratteristica che potrebbe essere relativa anche all'utilizzo della piattaforma da parte degli artisti per la sponsorizzazione della propria musica, come avvenuto nel 2017 con il fenomeno Lil Nas X. L'artista proveniente da Atlanta ha incominciato a postare sull'applicazione all'inizio del 2018 alcune suoi meme che si riferivano al singolo "Old Town Road", brano non ancora pubblicato e caricato in una versione ridotta per adeguarsi alle caratteristiche di Tik Tok. Il drop della canzone è diventato subito virale, insieme ai meme ritraenti Lil Nas X in vestiti da cowboy, a tal punto da divenire un fenomeno social. Da lì fino alla pubblicazione del brano avvenuto il 3 dicembre per la Yeehaw Challenge, il singolo ha avuto successo solo sulla piattaforma. Ciò che ha permesso poi alla piattaforma di diventare un punto d'accesso al mercato musicale è stato il successo del brano, che dopo essere entrato nei primi mesi nella Billboard Hot 100, ha raggiunto ad aprile la prima posizione grazie alla collaborazione con il cantante country Billy Ray Cirus. Un successo clamoroso che durerà 19 settimane, permettendo a Lil Nas X di battere il record per settimane consecutive in cima, con 19 settimane trascorse, scalzando Mariah Carey con "One Sweet Day". Solo pochi mesi dopo Lil Nas X firma un contratto discografico con la Columbia, il primo per un emergente da Tik Tok.
La scelta dei grandi artisti
Ma la piattaforma non è stata importante solo per portare alla notorietà artisti sconosciuti, ma è diventato anche uno strumento per grandi artisti di rendere virali il loro brano, anche attraverso delle challenge costruite ad hoc. Uno degli esempi è il singolo di Drake "Toosie Slide", uno dei brani più criticati dell'Ep "Dark Lane Demo Tapes". Il rapper canadese è stato accusato, come tanti altri artisti in seguito, di aver prodotto questa canzone esclusivamente per far sì che diventasse virale sulla piattaforma cinese. Il video del brano sembra dare ragione alle critiche, poiché è uscito come singolo precedente all'uscita dell'album, ed ha totalizzato 54 milioni di streams solo nella prima settimana. Un risultato incredibile. Basti pensare che l'Ep sarebbe diventato disco d'oro anche prima della sua uscita, solamente grazie agli streams del singolo. Poche settimane fa anche Dua Lipa aveva lanciato una challenge per trovare coreografie e protagonisti per il suo nuovo singolo, mentre artisti come Jason Derulo hanno trovato una vera e propria seconda vita, grazie alle possibilità fornite dall'app.
Il danno all'industria musicale americana
TikTok è diventato parte del marketing musicale statunitense, attraverso le challenge e gli accordi per i diritti musicali degli artisti. Sempre più etichette hanno confessato di cercare dei rapporti economici con l'applicazione e con i creatori di contenuti per rendere virali brani e artisti, in una piattaforma orizzontale in cui l'originalità della challenge più che delle canzoni decretavano la viralità e il futuro di un brano. La scelta degli Stati Uniti potrebbe intaccare un processo automatico che ha portato anche alla formazione di nuovi rapporti tra artista e utente, andando a danneggiare soprattutto quelli con etichetta statunitense nella distribuzione dei loro contenuti. Una scelta precisa dell'amministrazione Trump, che rischia di danneggiare in parte un mercato caro agli americani: in due anni e mezzo TikTok, infatti, ha visto crescere la propria platea mensile dell'800%, con più di 100 milioni di americani attivi al mese, stando alle cifre pubblicate dalla piattaforma stessa.