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Thiele, Rubino, Nina, Mecna: quattro canzoni (e album) italiane da ascoltare questa settimana

Ci sono giorni strani, in cui escono una serie di canzoni che ti incollano al loop streaming, e i giorni scorsi sono stati forieri di novità interessante per descrivere in che modo si muove la musica italiana lontano dai riflettori ma non dalla qualità: basti ascoltare Joan Thiele, La Nina, Renzo Rubino e Mecna.
A cura di Francesco Raiola
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Ci sono giorni strani, in cui escono una serie di canzoni che ti incollano al loop streaming. Per esempio, prendete la nuova canzone di Joan Thiele, "Cinema", ecco è una canzone di quelle che ti prendono per mano e ti trasportano in un altro posto, o l'Ep de La Nina, progetto di Carola Moccia, ex Yombe, tra le altre cose, che mescola l'urban alla tradizione napoletana, tra Rosalìa e Liberato (perdonate i riferimenti secchi che servono solo a dare un'idea, perché il suono di KWSK NINJA, che lo produce, è assolutamente più vario e, soprattutto, personale), fino ad arrivare al ritorno di Renzo Rubino che pubblica con una piccola gemma che vi farà perdere le coordinate ascoltandola, un po' come Mecna, che porta con sé Ghemon e una delle artiste da tenere d'occhio del panorama del nuovo pop italiano, Ginevra.

Joan Thiele – Cinema

Joan Thiele non è certo un'esordiente, ma per adesso non ha ancora trovato la visibilità che merita e sarebbe bello se finalmente ci riuscisse con una canzone come "Cinema". Un brano delicato, elegante, contemporaneo, che si perde nelle sonorità, nell'incastro onirico tra percussioni, fiati e chitarra messi su da Mace e Venerus che lo producono. È importante sottolineare il trio che è alla base di questo pezzo, perché dà bene l'idea di quello che si ascolterà, con la voce e l'interpretazione di Thiele, la visione di Mace e l'incredibile talento di Venerus. "Cinema" fa parte del primo capitolo del nuovo progetto della cantante, "Atto I – Memoria del Futuro", che si completa, per ora, con "Futuro wow", che ne svela un altro lato, anch'esso molto interessante, più urban, e anche qui dare i nomi di chi ha collaborato aiuta a definire un'idea a chi legge e non ha ancora ascoltato: la produzione è di Ceri, infatti, mentre il testo è firmato anche da Dutch Nazari, compagno di etichetta in Undamento, label da tenere d'occhio per la qualità e l'occhio sulla contemporaneità.

LA NIÑA – Eden

De La Nina abbiamo parlato già altre volte, nelle sue varie forme artistiche, ma tocca parlarne ancora, perché la cantante napoletana è artefice, senza dubbio, di uno dei progetti più interessanti del momento. Il suo primo EP è un percorso nelle sue varie anime, quella più urban, quella più latina, quella partenopea, con KWSK NINJA alla produzione, a seguirla ancora una volta in questa sua nuova delle "Cient'Vite" per citarla e citare il brano con cui apre l'Ep, in cui a livello di liriche Carola Moccia introduce l'ascoltatore nel suo mondo e in quello che è il suo nuovo percorso: "Je nun me guardo aret' cchiù" canta La Nina che prende a piene mani dalla tradizione (basti prendere l'esempio di Afrodite). "Eden" è l'album da ascoltare se volete in che direzione può andare il pop contemporaneo italiano e l'esempio di Rosalìa serve più che come confronto per dare l'idea di chi pesca a piene mani nella propria tradizione (la cantante spagnola lo fece col flamenco) per riscrivere i canoni del pop urban folk (sì, sì, sempre per cercare di dare una forma a qualcosa di indescrivibile come uno stile) contemporaneo.

Renzo Rubino – Lasciami stare

Renzo Rubino colpisce sempre per un'eleganza che in pochi possono vantare. Arriva sempre delicatamente nel cuore e da lì difficilmente riesce ad andare via. Prendete il suo ultimo singolo "Lasciami stare", con quel mood quasi mariachi, soprattutto nei fiati – e che fiati! – che aprono il brano e l'accompagnano dandogli un respiro epico, che unisce la Puglia natìa del cantautore a un bar messicano. Diamo merito anche a Mauro Ottolini, che ha arrangiato i fiati, e ad Andrea Beninati, che ha arrangiato, invece, la sezione ritmica, mentre la produzione artistica è di Andrea Rodini e Giovanni Sala e quella esecutiva di Giungla Factory. Renzo Rubino ci mette tutta la sua poesia e una voce che abbiamo imparato bene a conoscere in questi anni con canzoni come "Il postino (amami uomo)", "Ora" o "Custodire" tra le altre: "Più o meno in questo periodo, nel 2020 cominciava il lockdown nazionale – ha scritto Rubino -. Come tutte le situazioni “estreme”, questa condizione ha costretto tutti a fare i conti con i propri limiti ma anche con le proprie virtù, con il coraggio e con le paure, con spazi piccoli che devono diventare enormi per poterli trasformare in ‘MONDO'. Il cielo, che non si può che guardare dalla finestra, diventa più limpido che mai e il frastuono della città diventa silenzio. Il sentimento che lega tutto questo è la Malinconia, che è la Felicità di essere Tristi".

Mecna – Soli (feat Ghemon, Ginevra)

Sono passati pochi mesi dall'uscita di "Mentre nessuno guarda", ultimo album di Mecna che il cantante pubblica un singolo nuovo assieme a Ghemon e Ginevra, due artisti generazionalmente diversi ma che condividono la stessa sensibilità del cantante. Si chiama "Soli" il nuovo singolo che unisce i tre nella descrizione, appunto della solitudine, in un brano, prootto da Zef, che sovrappone, come spiega Ghemon tre mondi che si fondono perfettamente: "Sono sempre contento quando riesco a fondere mondi diversi in una canzone. Con Ghemon non è la prima volta ma è comunque una novità perchè negli anni abbiamo entrambi sperimentato nuove sonorità. Ginevra mi rimanda a tanta musica che ascolto giornalmente è una delle poche in Italia che riesce a tradurla in maniera credibile" ha spiegato Mecna.

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