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La Regina è morta, sogniamo la Regina: Elisabetta II protagonista della musica

Smiths, Beatles e Sex Pistols, anche nella musica la Regina Elisabetta è stata un’icona, nel bene e nel male.
A cura di Francesco Raiola
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Sognando la Regina o sognandola morta, la musica, soprattutto anglofona, ha spesso trattato proprio la Corona inglese e la Regina Elisabetta in particolare come protagonista. È impossibile, quindi, ora che non c’è più, morta a 96 anni, dopo 70 anni di trono, che non vengano in mente alcune della canzoni storiche su di lei, che ne hanno accresciuto il mito nonostante siano state soprattutto critiche. Certo, c’è anche chi c’è non ha calcato la mano, come i Beatles di Her Majesty o i Pet Shop Boys di Dreaming of the Queen, ma quelle iconiche sono quelle meno benevole.

Morrissey e gli Smiths, gruppo iconico degli anni 80, hanno intitolato un album intero alla sua morte: The Queen is dead è il terzo album della band, uscito nel 1986, e parte proprio con la canzone che le dà il titolo. Morrissey non le manda a dire e in quel brano c’è tutto il disprezzo verso di lei e verso ciò che rappresenta la Monarchia, sognando di fare “irruzione nel Palazzo con una spugna e una chiave arrugginita” e prendendo in giro anche Carlo, appena diventato il nuovo Re (“I say, Charles, don't you ever crave To appear on the front of the Daily Mail Dressed in your Mother's bridal veil?"). Ian Brown e gli Stone Roses pure cantarono Elisabetta in “Elizabeth My Dear” che recita così: “Tear me apart and boil my bones I'll not rest ‘til she's lost her throne My aim is true, my message is clear It's curtains for you, Elizabeth my dear”.

La canzone degli Smiths arrivava dieci anni dopo quella che forse è la canzone più famosa sulla Regina, ovvero “God save the Queen”, brano del 1976 dei Sex Pistols. Un inno antimonarchico che ha una delle aperture più simboliche del rock mondiale, ovvero “God save the queen her fascist regime it made you a moron a potential H bomb! God save the queen she ain't no human being there is no future in England's dreaming”. Insomma, Johnny Rotten cantava proprio il suo disprezzo verso quel mondo lì. Un disprezzo che non mostrarono i Beatles, che pure furono fatti baronetti e che in Her Majesty la definiscono “carina” anche se “non ha molto da dire” (“Her Majesty is a pretty nice girl but she doesn't have a lot to say. Her Majesty is a pretty nice girl but she changes from day to day”), mentre i Pet Shop Boys sognarono la Regina a colloquio con Lady Diana in un brano in cui si parla della fine dell’amore. Insomma, Elisabetta è stata protagonista anche nella musica, da Regina a icona pop, nel bene e nel male.

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