The Big 4. Milano regno dell’heavy metal per un giorno: i video del concerto
Bagno di folla ieri alla fiera di Rho-Milano. E non poteva essere altrimenti per uno show dal successo assicurato, merito di una formula già extra collaudata in tour per il globo da oltre un anno (il Big 4, appunto) e che raccoglie i quattro maggiori pesi massimi del genere: Metallica, Slayer, Megadeth e Anthrax. Insomma se Pelé, Maradona, Crujff e Platini sono i quattro nomi per eccellenza che hanno scritto la storia del calcio, i quattro gruppi di cui sopra sono coloro che, possiamo dirlo senza tema di smentita, hanno dato i natali e portato avanti il trash metal da 30 anni (circa) a questa parte.
E se la maggior parte dei 35 mila dell'Arena hanno raggiunto Rho da diversi parte d'Europa (e del mondo) per assistere al concerto dei Metallica, va comunque detto che è l'evento in toto a rendere felici organizzatori e fan: dagli orari (rispettati) al sound (eccellente), tutto ha funzionato alla perfezione.
Si comincia alle 16.30 con gli Anthrax. Caught in a Mosh, Indians, Madhouse, Antisocial, Got the Time e la cover di Whiplash, evidente tributo alla band headliner, così via per un'ora intera di show, macchiato solo dal caldo torrido che non ha dato pace ai metallari accorsi per la tappa italiana del Big 4. A metà concerto sul palco appare anche il chitarrista Scott Ian, assente dalla tournèe causa recente paternità, affermando che questa sarà la sua unica data per questa estate, ma che adora troppo l'Italia per non metterci piede.
Quindi spazio ai Megadeth: il quartetto californiano di Dave Mustaine, coadiuvato dal bassista Dave Ellefson, è un po' freddo a primo impatto ma grazie una scaletta spacca-ossa composta dai classici della band, come In my Darkest Hour, Holy Wars, Peace Sells, Wake up Dead, A Tout le Monde, il concerto termina tra le urla dei fan zuppi di sudore. Mani al cielo a fine show per raccogliere i gadget lanciati dagli stessi componenti del gruppo ai fan.
Il caldo ha lasciato l'Arena quando sul palco salgono gli Slayer. Poco prima dell'esibizione il leader Tom Araya lascia alcune dichiarazioni ai giornalisti, tra le quali si apprende che il gruppo è al lavoro sul nuovo album. Il concerto inizia un po' in sordina, complici da una parte l'assenza per un problema al braccio del chitarrista Jeff Hanneman (sostituito da Gary Holt degli Exodus), dall'altra la decisione del gruppo newyorkese di puntare sui pezzi più recenti e meno conosciuti dal pubblico italiano, e forse il mancato dinamismo dello stesso Araya (ma la sua schiena gli da noie da vari anni, ormai). Comunque l'atmosfera si scalda man mano che arrivano i vari War Ensemble, Raining Blood, Black Magic ed il gran finale con Angel of Death.
Sono le 21.40 quando le casse dell'Arena scandiscono le note di note di "The Ecstasy of Gold" di Ennio Morricone. Il primo dei Four Horsemen a salire sul palco, posizionandosi alla sua batteria, è Lars Ulrich. Il pubblico è già in visibilio. Si comincia con Hit the lights, tratto da Kill'Em All, primo album dei Metallica. Via via in pezzi in scaletta sono tutti dei classici, come la immortale Master of Puppets o la rabbiosa Seek & Destroy, a cui fa seguito Welcome Home (Sanitarium). James Hetfield & c. decidono infatti di pescare pochissimo dall'ultimo (criticato) album Death Magnetic: solo All Nightmare Long. Arriva anche la strumentale The Call of Ktulu, che precede un trittico delle meraviglie: One, For Whom the Bell Tolls e una super aggressiva Blackened. Si abbassa il ritmo, per forza di cose, con Fade to Black, prima che i fan si esaltino coi fuochi d'artificio e i riff di Enter Sandman.
Gran finale con tutti i “Big 4″ riuniti per la cover di Misfits, Die Die My Darling, col quale termina una giornata che gli amanti del metal non dimenticheranno.
Anthrax – Caught In A Mosh
Megadeth – In My Darkest Hour
Slayer – Angel of Death
Metallica – Master of Puppets
Metallica – from whom the bell tolls
Metallica – Enter Sandman