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Terza Classe: “Festeggiamo 10 anni di carriera, poi un altro disco con Bastianich e tour negli Usa”

La band country partenopea che ha solcato i palchi statunitensi si racconta in occasione dei loro dieci anni di carriera. Il 20 gennaio nei Quartieri Spagnoli di Napoli il concerto per i 10 anni di carriera.
A cura di Cristina Somma
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La Terza Classe
La Terza Classe

Nascono a Napoli, ma arrivano fino in America. L'ultimo album è uscito lo scorso ottobre ed è in collaborazione con Bastianich. Terza Classe oggi compie dieci anni e si definisce un collettivo più che una band perché nel corso del tempo ha cambiato più volte formazione. Molti dei musicisti hanno intrapreso progetti diversi o hanno continuato a collaborare sporadicamente con i membri fondatori. Oggi il gruppo è formato da Pierpaolo Provenzano (voce, chitarra acustica), Rolando Gallo Maraviglia (voce, contrabasso), Alfredo D'Ecclesiis (voce, armonica), Michelangelo Bencivenga (banjo) e Riccardo Antonielli (voce, batteria). Il 20 gennaio a Napoli ci sarà un concerto organizzato alla Fondazione Foqus nei Quartieri Spagnoli per festeggiare i dieci anni di carriera. In vista dell'evento Pierpaolo Provenzano racconta a Fanpage gli sviluppi di carriera e le novità del suo complesso musicale.

L'ultimo album è uscito pochi mesi fa ed è in collaborazione con Bastianich. Com'è nato questo sodalizio artistico?

Questa cosa è nata una decina di anni fa, quando da un annetto esisteva la band e Joe Bastianich venne a Napoli per girare il suo programma "On the Road" e ci incontrammo per caso. Prendemmo parte alla registrazione, ci esibimmo con un brano che lui suonò nel programma, poi lo suonammo insieme. A New York lo abbiamo rincontrato e nel 2020 ci chiese di suonare insieme. Voleva creare un progetto musicale sulla musica folk-rock-pop negli Usa, stava cercando una band italiana che fosse capace in quel genere musicale e gli siamo venuti in mente.

Nei progetti futuri ci sarà un altro disco con lui?

Abbiamo già almeno due dischi in cantiere, uno con Joe Bastianich e uno senza. Stiamo cercando di capire quando farli uscire. Quest'anno ci saranno tante novità. Ci sarà sicuramente della roba in uscita, ci saranno dei tour, qualcosa in Italia e entro la fine dell'anno anche in America.

Dieci anni di carriera, cosa è cambiato?

In questi dieci anni si sono alternate tante persone nella band: siamo diventati un collettivo a tutti gli effetti. Si sono alternate tante figure, poi strumenti, musicisti, con un cuore pulsante formato dai membri storici che portano avanti questa ricerca di brani ispirati dal folk anglosassone ed eseguiti sempre in lingua inglese. La nostra musica negli ultimi anni si è evoluta verso una direzione indie-rock. Rispetto all'inizio posso dire che ci siamo modernizzati, anche se abbiamo sempre avuto caratteristiche più moderne rispetto al genere puro americano o anglosassone da cui prendiamo ispirazione. Ora abbiamo qualche innesto più elettrico, ma la radice è la stessa.

Folk, country, bluegrass: quali sono stati i vostri artisti di riferimento?

Ci siamo ispirati molto ai Fleet Foxes, gruppo folk-rock statunitense, o ai Mumford & Sons, ai The Lumineers, ma anche a Ben Harper.

Un viaggio in America raccontato anche in un documentario e numerose tappe negli USA. Il sogno americano quanto e come ha cambiato la vostra musica?

Sui palchi americani manchiamo da inizio del 2020 a causa della pandemia che ci ha fermati, eravamo in procinto di andare in Canada e firmare con un'etichetta canadese. Abbiamo un legame viscerale con gli USA. In America esistono tanti mercati, tanti festival, una bella risposta del pubblico e, anche grazie al viaggio nel 2014 dove venne girato il documentario, abbiamo avuto la possibilità di entrare in contatto con organizzatori e etichette che ci hanno aperto la porta di tante realtà, oltre ad aver conosciuto personaggi che di folk ne mangiano tanto.

Qual è la differenza tra i palchi italiani e quelli americani?

Il palco in America è una cosa sacra. Non vediamo l'ora di tornarci quest'anno con i nostri nuovi prodotti discografici, con Joe e senza. Speriamo di poterci esibire presto dall'altro lato dell'oceano.

Un grande evento nei quartieri spagnoli di Napoli per festeggiare i dieci anni di carriera. 

Questo evento è importante per noi perché verranno a suonare tutti i membri del collettivo, anche i fondatori e quelli dei primi anni della band. Sarà una reunion a tutti gli effetti con tutti i ragazzi che hanno costruito questo progetto. Abbiamo invitato tutti, tranne un paio di nomi. Purtroppo Bastianich non ci sarà, ma lo abbiamo sentito gli ultimi dell'anno e ci manda i suoi saluti da Los Angeles.

Ci saranno tanti ospiti. Qualche Spoiler sui nomi?

Ci sarà Gennaro Porcelli che negli ultimi anni si è esibito con noi in qualche occasione eccezionale, verrà a suonare qualche brano all'insegna del Blues. In apertura sarà Barbato che quest'anno è uscito fuori con un disco. In tutto sono coinvolti oltre quindici artisti, tra cui anche il flautista Alessandro De Carolis e Marco Balestrieri che invece suonerà musica elettronica. Da questo evento ci aspettiamo di festeggiare, di stare bene. Siamo contenti di suonare a Napoli perché non ne abbiamo spesso la possibilità. Lo abbiamo organizzato nei Quartieri Spagnoli perché cerchiamo di suonare nella nostra città almeno due volte l'anno. Quest'estate ci siamo esibiti con Bastianich a piazza Plebiscito, questa del 20 gennaio sarà la nostra data invernale napoletana.

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