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Stop alle Pussy Riot: nasce un’organizzazione per i diritti umani

Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina a pochi giorni dalla loro scarcerazione mettono fine alla propria militanza nelle Pussy Riot e danno vita a un’organizzazione in difesa dei diritti dei carcerati.
A cura di Francesco Raiola
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Sono passati pochi giorni da quando le due componenti delle Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina sono state liberate dal carcere grazie a un'amnistia voluta da Putin in occasione dei 20 anni della Costituzione russa, che ha abbuonato alle due gli ultimi mesi di prigionia a cui erano state condannate a causa di una preghiera punk anti Putin cantata nella Cattedrale di Mosca e che le era costate una condanna per Vandalismo aggravato da odio religioso". Ieri hanno tenuto a Mosca la loro prima conferenza stampa dopo il rilascio e hanno annunciato la creazione di un'organizzazione in difesa dei diritti umani: "Vogliamo renderci essere d'aiuto per la crescita e la reazione ai reclami dei prigionieri riguardo le loro condizioni carcerarie e fornirgli l'aiuto legale" hanno dichiarato le ragazze a Tv Rain, televisione di opposizione (la cui intervista, come sottolinea Buzzfeed è stata, però, a tratti imbarazzante). Una delle idee delle ragazze è quella di permettere a ispettori internazionali di visitare le prigioni russe per controllare che nulla avvenga contro la legge.

Dell'organizzazione le ragazze ne avevano già parlato in un'intervista a Rolling Stone, appena liberate, ma oggi veniamo a sapere che si chiamerà “Zona Prava” (“Justice Zone”: la parola "Zone" in russo indica anche i campi di prigionia) e le ragazze spera no che la loro notorietà possa aiutarle a far conoscere le condizioni dei prigionieri russi e gli abusi del sistema. Abusi che la Tolokonnikova aveva già denunciato in un'ormai famosa lettera al Guardian inviata un paio di mesi fa che le aveva provocato un po' di problemi. nella missiva, la Pussy Riot parlava di giornate lavorative di 16/17 ore, umiliazioni e violenze come la privazione del sonno: “Un’atmosfera di minaccia e di ansia pervade la zona di lavoro. Le condizioni igieniche e residenziali del campo sono calcolate affinché i prigionieri si sentano come animali sporchi senza diritti”. Proprio il suo sciopero della fame e la sua lettera, dice la Tolokonnikova, hanno permesso che le 16/17 ore diventassero parte del passato e da quel momento alcuni prigionieri erano stati rilasciati sulla parola

Durante la conferenza stampa, poi, pare che le due ragazze abbiano messo la parola fine alla loro permanenza nella band con cui non faranno più spettacoli a pagamento: "Non siamo Pussy Riot, adesso". Del board dell'organizzazione farà parte l'attivista anti corruzione e blogger  Alexei Navalny, ma le ragzze vorrebbero coinvolgere anche il tycoon Mikhail Khodorkovsky, ma solo a livello ideologico e non economico: "Khodorkovsky è un personaggio molto importante e forte. Speriamo di riuscire a collaborare ideologicamente con lui" hanno sottolineato le due ragazze. Il sostegno economico arriverà tramite crowdfunding e perciò l'impatto mediatico di Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina è fondamentale. Intanto, a domanda precisa, hanno anche spiegato che non hanno alcun interesse a scendere in politica.

E c'è un'altra cosa certa, ovvero che non lasceranno la Russia: "È una decisione già presa".

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