Spotify: da ottobre alcuni contenuti musicali saranno solo per gli abbonati?
Il futuro è lo streaming: lo sentiamo dire da qualche anno e i numeri paiono confermare l'andamento. È il segmento che ultimamente cresce più di tutti, lo strumento che pare piacere ai fruitori di musica e che, per ora, accontenta anche le major. Ma c'è un però. Già nei mesi scorsi abbiamo visto come alcune major – la Universal nel caso specifico – abbia fatto un po' di pressioni affinché sia spinta maggiormente l'opzione Premium rispetto a quella free. Nessun mistero, anche il Managing Director della Universal Music Italia Alessandro Massara, ai microfoni di Fanpage.it, durante l'ultimo Digital Music Forum, tenutosi a Napoli, spiegò che:
Riteniamo che un modello di streaming free sia un modello di business non sopportabile e spingiamo per lo streaming premium.
E qualche giorno fa Digital Music News ha anticipato la possibilità che a partire da ottobre Spotify possa dirigersi verso un servizio ‘premium-only' (solo abbonamento) o comunque con un accesso limitato (‘gated access') per determinati contenuti. Il sito spiega che
La decisione significherà che alcune uscite saranno accessibili solo agli abbonati, o offerti per un tempo limitato ai non abbonati, stando ai primi dettagli.
Insomma, succederà quello che attualmente avviene nel mondo dei media con alcuni giornali: predilizione per gli abbonati e assaggi per i non abbonati, sperando che possano, successivamente, optare per abbonarsi. Le fonti, però, non hanno dato molte informazioni su quali sarebbero i contenuti speciali. Di certo sarebbe un avvicinamento a quello che attualmente, ad esempio, fa Tidal, ovvero la piattaforma streaming creata da Jay Z e a cui hanno aderito alcuni tra i nomi più grandi del panorama, che proprio a questa permettono le anteprime di album, video e pezzi (come succederà a settembre per il prossimo lavoro di Prince).
La decisione potrebbe essere dovuta, continua DMN al rinnovo dei contratti con le 3 major, in scadenza a ottobre, appunto: Sony Music Entertainment, Warner Music Group, e Universal Music Group. Chissà se queste voci si riveleranno vere, di certo si sa che fino ad oggi, anche a costo di alcune rinunce (Taylor Swift e Adele, ad esempio), Spotify si è sempre rifiutata di andare incontro alle richieste delle major e di alcuni artisti, mantenendo testardamente una predilizione per l'opzione free, la più utilizzata fino ad ora, ma questa volta il CEO della piattaforma svedese, Daniel Ek, potrebbe non avere molta scelta.