Sinead O’Connor racconta gli abusi subiti dalla madre: “Eppure l’ho perdonata”
Da qualche anno le crisi di Sinead O'Connor, autrice di "Nothing Compares 2U", fanno capolino sulle pagine di cronaca musicale. È noto, ormai, oltre alle sue battaglie con i padri dei proprio figli, anche le sue manie suicide che si sono materializzate più volte in veri e propri allarmi dati dalla sua scomparsa, senza contare i messaggi lunghissimi che lancia tramite il suo Facebook. In un'intervista in una famosa trasmissione americana in cui un personaggio famoso chiacchiera con uno psicologo, la cantante ha parlato dei suoi problemi e soprattutto degli abusi fisici e mentali subiti quando era piccola a causa della madre che, però, non riesce a odiare, anzi. Madre che è morta nel 1986, in un incidente d'auto, quando la cantante aveva 19 anni.
Voglio andare in paradiso per in contrarla
"Odio non poterle gettare le braccia al collo e dirle che la amo (…). Me ne sarei presa cura perché era un mostro orribile". Le manca tantissimo, ha detto, sottolineando come sia il motivo da cui scaturiscono i suoi istinti suicidi: "Non vedo l'ora di andare in paradiso per poterla rivedere, le getterei le braccia al collo come una scimmia e le direi che la amo e che mi manca".
Voleva un maschio
Ma la O'Connor non ha risparmiato nulla a quella madre che trovava ogni scusa per picchiarla, quotidianamente e inventando qualunque ragione, anche un semplice bottone mancante su una camicetta poteva gettarla nel caos. Probabilmente, ha spiegato la cantante, uno dei motivi era il suo essere donna, cosa che portava la madre a picchiarla proprio sugli organi riproduttivi: "Non mi voleva, non voleva una bambina, ma voleva che fossi un maschietto, mi trattava come un maschio, mi tagliava i capelli e ogni volta che mi picchiava – cosa che avveniva quotidianamente – mi faceva stendere a terra, nuda con braccia e gambe aperte. Poi mi picchiava sull'addome, cercando di distruggere il mio apparato riproduttivo, voleva che non fossi più donna".
Perché si è rasata i capelli
Ma le storie raccontate dalla cantante sono varie, dal farle urlare "Non sono nessuno" ("A un certo punto ci credi") al farla dormire all'addiaccio: "Potrei dire che era posseduto o che era sadica o pedofila o posseduta dal demonio", ma non era l'unica ad aver abusato di lei: "Sono stata violentata più volte anche da estranei in Irlanda, quando ero bambina" e per questo a un certo punto decise di tagliarsi i capelli: "Essere carine era pericoloso". le violenze della madre terminarono solo quando la cantante crebbe e raggiunse la sua statura e, peggio ancora, quando un giorno le chiese il perché avesse fatto tutto quello che aveva fatto la risposta della madre fu che lei non aveva fatto nulla di quello di cui la figlia l'accusava: "Ero furiosa, non la chiamai per nove mesi e l'unica cosa che so è che è morta in un incidente d'auto. Amo credere che l'averla perdonata e amata possa aiutare il suo karma. Sapeva quello che aveva fatto, ma va bene così, l'ho perdonata".