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Se Roger Waters si schiera per Gezi Park (VIDEO)

Un “muro” di giustizia eretto da Roger Waters per le vittime delle proteste ad Istanbul, durante il suo concerto in Turchia. I nuovi angeli sullo schermo diventano “another brick in the wall” e per un momento il dolore, lascia spazio ad una incredibile sensazione di libertà.
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Nella follia dell'estate c'è qualcosa che, a torto, è passato forse troppo inosservato. E' qualcosa di magico, che accade solo quando ti arriva un flusso di luce benefico, improvviso e inaspettato, dopo tanto dolore. Succede quando uno come Roger Waters attacca il suo attesissimo concerto di Istanbul, schierandosi a favore della rivoluzione di Gezi Park. Lui, uno che di rivoluzione può dire la sua, ha aperto ricordando le vittime di questo "terrorismo di stato". Ecco erigersi, allora, il muro della giustizia ed i nomi di questi nuovi angeli impressi sullo schermo. Ethem Sarısülük, another brick in the wall.  Ali İsmail Korkmaz, another brick in the wall. Abdullah Cömert, another brick in the wall. Mehmet Ayvalıtaş, another brick in the wall. Mustafa Sarı, another brick in the wall.

Con questo "terrorismo di stato", così lo ha chiamato Roger Waters, che continua ancora oggi, quella incredibile sensazione di libertà, dopo tanto dolore, sembrava una cosa insperata. Dio (o chi per esso), allora, benedica Roger Waters. E' successo la notte del 4 agosto, ma quasi nessuno sembra se ne sia accorto. Tutti più attenti al gossip sotto l'ombrellone, al libricino in classifica del momento, a questa stramaledettissima Imu, spaventapasseri di un'Italia che ha bisogno di ben altro, mentre quel "muro" di giustizia che ha creato per un momento il buon Roger Waters, trova difficile collocazione nelle vostre letture generaliste.

 

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