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Scontro tra Fedez e il Codacons, l’associazione pretende delle scuse. Il rapper: “Non ho paura”

Guerra aperta tra Fedez e il Codacons. Il rapper ha dichiarato sul suo profilo Instagram alcune attività poco chiare dell’associazione a tutela dei consumatori, rivelando che sono state avviate delle ricerche anche sulla raccolta fondi avviata con Chiara Ferragni, il cui ricavato ha permesso la costruzione di un reparto di terapia intensiva. Il presidente del Codacons ha risposto alle accuse rivolte dal cantante e ha preteso delle scuse, altrimenti sarebbe stato avviato un procedimento legale contro di lui.
A cura di Ilaria Costabile
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UPDATE: Fedez ha annunciato che "Il Sottosegretario al Ministero dell'Interno ha avviato accertamenti tramite la Polizia di Stato verso il Codacons. Ho dato un senso a 48 ore di mal di fegato. Grazie!". Il rapper ha condiviso il tweet di Carlo Sibilia: "La questione è stata riferita alla Polizia di Stato che sta realizzando gli approfondimenti del caso. Ancora grazie, queste cose non dovrebbero mai accadere, men che meno in questo periodo".

Nelle ultime ore un vero e proprio scandalo ha colpito il Codacons, l'associazione che si occupa dei diritti dei consumatori. Dal suo profilo Instagram è Fedez a scagliarsi pesantemente contro l'associazione e le sue attività che, di tutta risposta, gli ha intimato un'immediata denuncia se il cantante non dovesse presentare delle scuse per quanto dichiarato sui social. Cosa che, ovviamente, l'ex giudice di X Factor non ha alcuna intenzione di fare.

Il Codacons pretende le scuse da Fedez

Proprio stamane è arrivata la richiesta da parte della nota associazione a tutela dei consumatori affinché Fedez si scusasse per le sue affermazioni, che hanno destato particolare scalpore, scatenando una vera e propria bufera mediatica attorno alle attività del Codacons. Il rapper, stamane, sempre sul suo profilo Instagram, ha comunicato che se le scuse non fossero arrivate entro due ore, sarebbe scattata la denuncia. Ovviamente l'intenzione di scusarsi per quanto detto non è stata assolutamente contemplata, anzi, Federico Lucia sostiene strenuamente la sua battaglia e si rivolge all'associazione, parlando su Instagram in questi termini:

Buongiorno amici, per me è stato un bellissimo risveglio. Stamattina mi è arrivata una pec da parte del Codacons, in cui mi si dice Federico se non chiedi scusa entro 48 ore ti faremo una super super causa. Caro Codacons quando non avevo un euro in tasca non avevo paura di quelli che mi querelavano, figurati adesso che ho qualche soldino in più in tasca. In più in una causa che ho fatto ad una persona che mi ha diffamato più volte su internet, il pm ha sostenuto che internet non è un mezzo diffamatorio si può dire quello che si vuole. Quindi vorrei aggiungere a tutto quello che è già stato detto in precedenza, caro Codacons, che potete andare a fare…

Cosa è successo con il Codacons

Il rapper milanese fa luce su una questione piuttosto intricata che vede protagonista l'associazione a tutela dei consumatori che, da qualche tempo, ha attivato sul proprio sito di riferimento la possibilità di contribuire alle donazioni per contrastare il coronavirus. Un invito "incompleto" dal momento che, una volta avviata la donazione, i soldi andrebbero direttamente nelle casse del Codacons. Ed è Fedez che nel pomeriggio di ieri, 27 marzo, tramite una serie di storie ha informato i suoi fan di quanto stesse accadendo:

Sul loro sito ufficiale c'è una campagna per supportare il Codacons contro il Coronavirus. Ma se ci vado a cliccare sopra scopro che hanno fatto un banner sul Coronavirus dove in realtà la donazione va al Codacons, che non si occupa di Coronavirus. E questa è un'associazione parastatale che dovrebbe tutelare i consumatori?

La motivazione con la quale l'associazione avrebbe spiegato questo sistema, rispondendo ad un utente su Twitter, risiederebbe nel fatto che in questo momento di difficoltà anche loro hanno bisogno di sostegno come le altre associazioni presenti sul territorio nazionale.

L'attacco del Codacons alla raccolta fondi dei Ferragnez

Ciò che emerge dalla spiegazione di Fedez è un altro dato, che riguarda in prima persona la coppia Chiara Ferragni-Fedez. L'associazione per la tutela dei consumatori, infatti, aveva avviato un'inchiesta sulla raccolta fondi avviata dai due, soffermandosi sulla piattaforma utilizzata per donare, i cui ricavati sono stati necessari per costruire un nuovo reparto di terapia intensiva, oltre che per supportare le altre strutture sanitarie in territorio lombardo che ne avessero bisogno. A questo proposito Fedez sbotta ferocemente: "La proposta del Codacons sarebbe quella di bloccare tutte le raccolte fondi private. Cioè tutti i milioni di euro raccolti per aiutare gli ospedali pubblici, cancellarli e stopparli. Io sono allibito, qualcuno li fermi". 

La risposta del Codacons alle accuse

Non è tardata ad arrivare la risposta del Codacons, il cui presidente Carlo Rienzi, interrogato sulle dichiarazioni fatte da Fedez, ha dichiarato che c'è stato un fraintendimento e, anzi, obiettivo dell'associazione, è sempre stato quello di tutelare i consumatori e fare in modo che venissero segnalate loro eventuali truffe:

Intanto dobbiamo ringraziare questo signore, che credo sia un cantante, ma non ne sono certo, perché stiamo ricevendo moltissime donazioni da tanti che non sapevano si potesse fare ed ora grazie a lui lo sanno. Fedez non ha capito niente, noi raccogliamo fondi per le denunce, diffide, ricorsi in questo momento di emergenza. Sono già 42 le cose fatte e sì, sono fondi a sostegno del Codacons, ma per l'emergenza Coronavirus. Noi abbiamo chiesto con un atto formale al governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono. Del resto stiamo parlando di gente che passa la vita dentro un armadio o in alberghi di lusso, vendono l'immagine di un bambino di due anni contro tutte le norme internazionali a tutela del fanciullo e che si vende l'acqua della fontana a 9 euro al litro: non mi sembra ci sia altro da aggiungere.

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