Sanremo, ecco perché gli Elio e Silvestri non possono vincere (forse)
Le categorie sono due, l'un contro l'altra armate, a scontrarsi sul fronte della modalità di elezione del vincitore del festival di Sanremo 2013. E' come il confronto tra garantismo e giustizialismo, senza soluzione alcuna perché il sistema metta d'accordo entrambi. Si dà troppo peso al voto del pubblico, si diceva fino alle precedenti edizioni, e quest'anno si è agito per provare ad arginare un'eccedente coincidenza tra vincitori di talent show e di Sanremo. Breve cronaca: per compensare a questo problema l'armata di Fazio adotta un metodo che pesi il voto del pubblico alla pari con quello di una giuria di qualità fatta di dieci persone, che avranno da distribuire la somma virtuale di venti gettoni a testa a piacimento, su un minimo di tre concorrenti in gara. Il pubblico da casa ha il suffragio universale di televoto. Le prime due sere, per la scelta di una delle due canzoni dei big si è fatto valere invece il voto cumulativo del pubblico da casa e della sala stampa, che secondo i dati hanno dato pareri piuttosto concordanti fra loro, tanto da far sperare che ci si potesse trovare davanti ad un voto finale omogeneo, che eleggesse un vincitore comune. Ma si sa quanto sia diverso dover scegliere tra l'una e l'altra canzone di 14 artisti e dover poi, prediligere, uno di questi 14: la prospettiva muta di gran lunga.
La classifica provvisoria – E quindi, giunti alla terza sera, stilata la classifica provvisoria basata sul voto da casa (che avrà valore per il 25% sul verdetto finale) tutti sono rimasti a bocca aperta davanti ad una classifica per certi scandalosa, per altri indegna, per altri ancora immonda: nella realtà, semplicemente normale. Ai primi tre posti due ex talent (non ex talenti, anzi semmai dovrebbero essere i futuri talenti) e un gruppo risalente allo stesso bacino di pubblico. Nessuno di quelli rientranti nella scuderia più di nicchia, che parevano poter finalmente gareggiare in questa competizione è presente nei primi sette posti (fatta eccezione per Raphael Gualazzi). Ora, abbandonate le aspirazioni educative nei confronti del pubblico, che pur dimostrando una certa versatilità nell'accogliere con favore un festival d'essai, continua a votare da casa basandosi sempre sugli stessi criteri, si dovrà ricorrere alla giuria di qualità.
Il caso di Antonio Maggio e Renzo Rubino – Ad esempio, ieri sera, il pronostico del pubblico è stato totalmente ribaltato da ciò che i dieci presieduti da Piovani hanno stabilito. Le percentuali del televoto davano davanti a tutti Renzo Rubino, poi Ilaria Porceddu, a seguire Antonio Maggio (che poi ha vinto la gara) e, infine, i Blastema. Si capovolga questa chart e si capirà il voto della giuria di qualità (eccetto Maggio al primo e i Blastema al secondo posto). Tutto questo potrebbe rendere verosimile la possibilità di un ribaltamento della classifica anche nei big? Presumibilmente potrà subire delle variazioni ma no, pare onestamente molto difficile un ribaltone finale, o quantomeno un risultato che non scontenti chi, almeno quest'anno, sul gradino più alto di Sanremo non ci volesse uno proveniente da Amici o da X Factor. Se ieri Piovani&co. hanno potuto stravolgere una classifica di quattro concorrenti, oggi i loro voti saranno spalmati su quattordici esibizioni, il che, volendo considerare un' autonomia di giudizio dei singoli giurati, ha poche probabilità di dare un risultato, nel totale, così rivoluzionario rispetto a quello che già conosciamo (salvo la quasi unanimità della giuria, un caso estremo nel quale il sottoscritto spera).
E' giusto che vincano loro? – E' una considerazione che si fa alla luce di percentuali di voto del pubblico che non si conoscono, come da regolamento, e si basa su una probabile omogeneità con il 25% del gradimento espresso da casa due sere fa e il 25% che verrà espresso ‘stasera (in pratica il pubblico voterà nella stessa maniera). Fatto questo ragionamento, che interesserà pochi, chi come il sottoscritto avrebbe sperato in una vittoria di Silvestri, o Elio (date persino come probabili quando il voto parziale era ancora sconosciuto), credo possa abbandonare questa ipotesi, magari conservandola per affetto in fondo ad un cassetto. Qualche possibilità residua potrebbe rimanere, come detto, a Gualazzi, posizionato perché il gradimento del pubblico coincidente alla giuria gli possa rendere possibile una rimonta. Per il resto credo si tratterà di una partita tra gli ex talent e, onestamente, dovesse essere così, ci sarebbe poco di contestabile. Che nessuno tiri fuori la questione del "prima era prima": l'impressione è che a Sanremo abbiano sempre vinto gli artisti più popolari e che, raramente, come raramente accade oggi, i più popolari fossero anche quelli che la critica apprezzava di più. Infine, ho la netta sensazione che la maggior parte di coloro i quali si oppongano, concettualmente, all'idea che Sanremo sia schiavo della logica della telefonata e di un sms da casa, non ha mai fatto una telefonata o inviato un sms per combattere il predominio dei soliti noti (e non lo farà nemmeno questa sera). Che quindi domani nessuno dica, per l'ennesima volta, che il sistema non è corretto.