Sanremo è l’unico palco della musica italiana (e non è una consolazione)
A parlare con alcuni artisti che saliranno sul palco del prossimo Festival di Sanremo la sensazione è che oltre all'importanza della kermesse musicale, quello dell'Ariston è importante anche perché è l'unico palco su cui oggi si può fare musica. Da un anno, ormai, è praticamente diventato complesso, quando non impossibile, suonare e i palchi si sono dimezzati. Il settore dei live ha perso oltre il 90% degli introiti (il dato è di Assomusica di qualche mese fa ma nulla è cambiato, ad oggi) e i dati dei live club dicono che sono ci sono 50 milioni di mancati incassi, 10 milioni di costi fissi sostenuti e il 49% di club che potrebbe non riaprire mai più.
I dati li hanno dati gli organizzatori de L'ultimo concerto, l'evento che pochi giorni fa ha catalizzato l'attenzione degli addetti al settore e non solo per il silenzio che hanno usato come arma e cassa di risonanza contro l'immobilità delle Istituzioni. Quello che era stato presentato e pubblicizzato come un mega evento che avrebbe dovuto vedere decine di artisti esibirsi in contemporanea dai live club di tutta Italia, si è trasformato in un enorme evento di silenzio, perché, hanno sostenuto gli organizzatori e gli artisti, l'ultimo concerto, in queste condizioni, non si può fare, il silenzio è il rumore più ascoltato nel mondo della musica live di questi anni.
Sicuramente Sanremo diventerà il palco da cui alcuni di loro faranno sentire la propria voce, a un anno esatto dalla fine della possibilità di suonare dal vivo, a causa delle restrizioni per ridurre la pandemia di Covid-19. L'Ariston, indipendentemente dalle polemiche su studio tv o teatro, è ad oggi l'0unico palco in grado di ospitare una rassegna come questa, a un anno dallo stop, appunto. Un palco su cui tutto un movimento potrebbe far sentire la propria voce alle Istituzioni che hanno paura a nominare quelle due parole: live club. Teatri, cinema, finanche "sale da ballo", come se fossimo in una balera continua – con tutto il bene per le balere – ma live club zero. Proprio quei locali su cui molti tra gli artisti del Festival si sono fatti le ossa. E alcuni avrebbero voluto e potuto farsele se il Covid non avrebbe fermato tutto.