Sanremo 2020, l’AFI alla Rai: “Non sostenete i Giovani in gara in maniera adeguata”

Nei giorni scorsi ha tenuto banco una polemica tra alcune sigle che rappresentano gli artisti in gara e la Rai. Il botta e risposta si è materializzato quando le sigle hanno accusato il Festival di Sanremo di aver "richiesto ai partecipanti alla gara per la sezione Giovani la registrazione di clip promozionali che prevedono la presenza di uno sponsor" senza alcuna "preventiva autorizzazione delle case discografiche". La Rai aveva risposto scrivendo che "i giovani artisti in gara hanno percepito un adeguato compenso forfettario, concordato con tutte le sigle discografiche, per la partecipazione a Sanremo Giovani, sia nelle fasi di semifinale che nella finale del prossimo 19 dicembre. Niente a che vedere con lo ‘sfruttamento'" di cui avrebbe parlato un servizio di Striscia la Notizia.
A Fanpage.it Sergio Cerruti, attuale Presidente dell’A.F.I. (Associazione Fonografici Italiani), ha risposto spiegando che nessuno ha mai parlato di strumentalizzazione, ma che il problema sollevato era un altro, ovvero il mancato sostegno economico adeguato a fronte di spese ingenti:
Sono Sergio Cerruti, attuale Presidente dell’A.F.I. (Associazione Fonografici Italiani) e rispondo con nome e cognome all'anonimo Sig. Rai, che anche quest’anno mi ha onorato con una risposta ad personam. Attraverso l’ Adn Kronos, il Sig. Rai ha tentato di giustificare l'operato della sua azienda, con argomenti che, se fossimo stati all’esame di maturità, sarebbero stati giudicati quantomeno “fuori tema”, rispetto invece a quanto dichiarato nella mia intervista rilasciata il 5 Dicembre u.s. a Striscia la Notizia su Canale 5.
Nella mia dichiarazione, infatti, non ho mai parlato di strumentalizzazione dei Giovani concorrenti al Festival della Canzone Italiana da parte della Rai, ma di un mancato sostegno economico adeguato a fronte delle spese <sanremesi> che un giovane artista deve sostenere per partecipare a tutte le fasi della manifestazione: un annoso problema che da troppi anni si trascina irrisolto, confermando “la pressione” alla quale il nostro settore è costretto a sottostare.
Forse nella risposta dell'anonimo Sig. Rai un principio di senso di colpa?…un intuito di troppo che sa molto di risposta alla "Marchese del Grillo"; quanta energia sprecata quando basterebbe qualche pacifico e costruttivo dialogo tra noi addetti ai lavori che sosteniamo lo scopo principale del Festival: la canzone ed i cantanti.
Ecco, tutto qui. Volevo solo porre “l’accento giusto” e magari concludere come cantava già nel 1982 Renato Zero, con un "Viva la Rai, che non ti abbandona mai!"