Sanremo 2019, Claudio Baglioni su migranti e Sea Watch: “Governo non all’altezza, siamo alla farsa”
Durante la conferenza stampa del festival di Sanremo Claudio Baglioni ha presentato ufficialmente la 69a edizione della kermesse canora, ha ufficialmente introdotto Claudio Bisio e Virginia Raffaele che saranno al suo fianco, ha parlato di musica, di canzone pop e dell'importanza della canzone come arte, ma a un certo punto, stimolato da una domanda ha anche parlato della situazione attuale per quanto riguarda i migranti e gli sbarchi. Baglioni è stato direttore artistico di un festival – ‘O Scià – che si teneva a Lampedusa e che già anni fa parlava proprio di questa situazione e così ha voluto spiegare anche qual è il ruolo degli artisti su questi argomenti.
Baglioni sul ruolo dell'artista
"Ho sempre pensato che gli artisti facciano battaglie sociali per sentirsi cittadini e farsi perdonare il successo, poi, a un certo punto, anche una carriera fortunata ha bisogno di normalizzarsi, si ridiventa cittadini e si gode del privilegio di avere un megafono per far conoscere il proprio pensiero – ha detto Baglioni -. In un'isola come Lampedusa già 25 anni fa si avvertiva quello che si sarebbe dovuto chiamare fenomeno e che purtroppo oggi non lo è più, quello degli sbarchi e degli arrivi per mare, ma l'intenzione della nostra manifestazione e degli artisti che erano venuti là era quella di dire: ‘Noi siamo preoccupati dal fatto che ci siano viaggi per mare che sono irregolari, ci auguravamo che in un mondo perfetto qualsiasi movimento non cadesse in mano a illegalità e sfruttamento. La classe dirigente e anche l'opinione pubblica ha mancato in questo, è stato un disastro dal punto di vista gestionale che oggi ha ripercussione gravissime". C'è anche un problema di ordine intellettuale: viviamo in un Paese incattivito, rancoroso, nei confronti di chi non è piacevole, non ci è amico, guardiamo gli altri con sospetto e credo che le misure messe in atto da questo Governo e da quelli precedenti non siano all'altezza, ma adesso grana grossa. A noi interessa creare un senso armonico, sarà perché il Paese è disarmonico, confuso, cieco nella direzione da prendere che ci attacchiamo a questa idea della leggerezza e del divertimento e del correrci incontro. Facciamo musica, gli artisti hanno questa straordinario regalo dalla sorte, speriamo di poter essere almeno i trombettieri di qualche buona battaglia".
Stiamo ricostruendo i muri
Il Direttore artistico ha proseguito: "Le vicende di oggi sono drammatiche. Ne prendo 3 io, quattro tu, siamo alla farsa, ce lo dobbiamo dire, non credo che un dirigente politico possa risolverlo, ma ci vorrebbe la verità di dire che siamo di fronte a problema e dovremmo metterci nella condizione di risolverlo. Quest'anno cade l'anniversario della caduta del Muro di Berlino, il mondo a un certo punto ha pensato di essere felice, qua stiamo ricostruendo muri"