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Sanremo 2016: critiche sprecate per un Festival scontato

Assieme all’annuncio degli artisti che parteciperanno al Festival di Sanremo arrivano puntuali le critiche a un sistema che è, musicalmente, lo stesso da tempo e che anche quest’anno ripropone la solita formula fatta da vecchia guardia, uno spruzzo di alternativo e tantissimo talent.
A cura di Francesco Raiola
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Foto LaPresse
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Su cos'è e cosa dovrebbe essere il Festival di Sanremo nessuno ha le idee chiare. Anzi, tutti hanno le idee molto chiare, ma differiscono l'una dall'altra. E così, a ogni annuncio dei nomi in gara si scatena il solito coro di commenti pro o contro le scelte della Commissione, che in questi ultimi anni ha pescato a piene mani dai talent. E questo è proprio una delle cose che più spesso viene contestato ai vari direttori artistici del festival, compreso Carlo Conti che già dall'anno scorso fu chiaro sul ruolo di quei programmi nella sua idea di Festival. Il problema – ce lo diciamo ogni anno – è cercare di parlare di Sanremo come se fosse una cosa avulsa al sistema che lo alimenta e gli permette di continuare ogni anno a incollare milioni di persone davanti allo schermo, indipendentemente da chi sia in gara e – in maniera minore – da chi sia l'ospite speciale.

A ogni artista il suo spazio

Criticare Sanremo (solo) per la presenza massiccia di personaggi usciti dai talent o, peggio ancora, dalla mancanza di artisti di primo livello – Tiziano Ferro, Laura Pausini, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Ligabue o Vasco Rossi, per esempio – vuol dire, quando non c'è malafede, non volersi capacitare che ci sono spazi diversi per ogni tipologia di artista: l'artista indie a Sanremo ci va per tentare di abbracciare e farsi conoscere da un pubblico maggiore, ma quella cosa là non assicura una crescita della visibilità in futuro, né uno svilimento di una carriera, come sanno bene, ad esempio, i Perturbazione che con ‘L'unica' furono uno dei gruppi più trasmessi dalle radio ma che oggi non hanno avuto lo spazio che meriterebbero. Così come è inimmaginabile vedere Tiziano Ferro rischiare di perdere in una competizione con artisti che hanno una visibilità minore rispetto alla sua. In passato, ovviamente, artisti di primo livello sono saliti e hanno vinto, dai Modà a Marco Mengoni, i ma oggi difficilmente salirebbero solo come ospiti.

Un Festival con poche sorprese

Insomma, nel vedere i nomi annunciati domenica non mi è parso di leggere niente di diverso da quello che è successo negli ultimi anni. Conti ha voluto evitare qualche botta di vita, ha pescato un po' troppo dall'anno scorso, piazzando qualche (pochi, sì) nome interessante a controbilanciare nomi scontati – ovviamente diciamo tutto questo basandoci sul passato e non sui pezzi che saranno cantati sul palco – e… imprevisti. Imprevista era Irene Fornaciari che, come gli Zero Assoluto, ogni tanto vediamo rispuntare tra i Big di Sanremo, ma anche Neffa che è una gradita sorpresa. Il cantante di Scafati, infatti, è una delle più belle realtà italiane in grado di unire ‘mainstream' a un certo mondo indipendente da cui proviene e di cui ha fatto la storia (esiste certamente un girone dell'inferno per tutti quelli che scrivono nello stesso articolo ‘indie' e ‘mainstream', ma le categorie talvolta aiutano), con un ultimo album interessante che ha girato troppo poco. I talent, dicevamo, si sono presi la maggior parte dei nomi, partendo da Deborah Iurato, in coppia con Giovanni Caccamo, vincitore delle Nuove proposte dello scorso anno, vincitrice di ‘Amici' nel 2014, fino ad arrivare a Dolcenera che sta vivendo una seconda giovinezza, Elio, Noemi e Morgan che dei talent sono, saranno o sono stati giudici: curiosa (ironia!) la scelta di Morgan di scindere il proprio nome da quello dei Bluvertigo.

Talent e rap al Festival

Si passa poi – sempre in ambito talent – a nomi come quelli di Valerio Scanu, ormai noto volto televisivo, Annalisa, Lorenzo Fragola (ancora!) e Francesca Michielin, mentre discorso a parte va fatto per Dear Jack e Alessio Bernabei (ex leader della band): qua il sospetto è che si sia voluta aprire una piccola parentesi che potrebbe avere risvolti polemici che sta solo all'intelligenza dei singoli non alimentare. La vecchia guardia – non ce ne vogliano – è rappresentata da artisti di razza, che il Festival lo conoscono alla perfezione: tra Enrico Ruggeri, gli Stadio di Gaetano Curreri e Patty Pravo, infatti, l'esperienza non manca, poi c'è Arisa che salta dalla gara alla conduzione per tornare alla gara, dopo la vittoria del 2013, mentre un si è voluta riservare un posto alla quota rap che va appannaggio della sola Campania, che schiera il vincitore delle Nuove proposte 2014, ovvero Rocco Hunt e l'amico Clementino, uno dei rapper più noti del Paese, in grado di spingere il suo ultimo ‘Miracolo!' al primo posto tra gli album più venduti.

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