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Sanremo 2014 parte lento: poco ritmo nonostante la buona musica

Uno show un po’ spento in questa prima serata del 64° Festival di Sanremo a fronte di un parco canzoni assolutamente dignitoso. Tra contestazioni e duetti riusciti a metà, si aspetta la seconda serata per capire se il ritmo salirà un po’
A cura di Francesco Raiola
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Sanremo comincia con qualche ora di anticipo grazie all'incursione di Beppe Grillo che fa il suo show anti Rai fuori all'Ariston, salvo poi mantenere la promessa di fare lo spettatore dentro al Teatro. Ma è duranmte i primi econdi della rassegna che un senso di déjà vu colpisce gli spettatori del Festival e lo stesso Fazio. Un uomo, infatti, minaccia di gettarsi giù dall'impalcatura dell'Ariston per difendere le ragioni dei lavoratori Consorzio di bacino della provincia di Napoli e Caserta e chiede al presentatore di leggere una lettera che Faszio si impegna a leggere "non sapendo se le ragioni – dice – siano giuste o meno". Ottenuta la discesa dell'uomo, però, Fazio dà spazio all'omaggio che Ligabue fa a De Andrè cantando "Creuza de mä".

È il momento più movimentato di un Festival che risulta più soporifero delle attese. Sobrio, senza dubbio, a volte un po' troppo, povero di lunghissimi monologhi – a parte la lettera a Sanremo della Littizzetto -, ma questo è un punto a favore, ma senza quello scatto che poteva accompagnare alcune scelte artistiche coraggiose. È la Littizzetto che strappa qualche sorriso, ma senza esagerare, riuscendo però a fare quello che deve. Al limite del sopportabile il duetto franco italiano tra Fazio e Laetitia Casta venuta presentare il suo nuovo film. Il finale con l'attrice francese che canta "Ma ‘ndo vai se la banana non ce l'hai?" lascia un po' spiazzati. Intanto sul palco erano saliti Arisa che ha portato in finale "Controvento", perdendo per strada il brano scritto da lei, Cristina Donà e Saverio Lanza e Frankie Hi Nrg che convince più col raggea di "Pedala" che campiona "Golden Hen" di Tenor Saw gettandosi sul reggae. La musica non decolla, però, neanche con una Antonella Ruggiero in total black che canta "Quando balliamo" che ha un bel testo ma non convince la giuria che preferisce "Da lontano". Sono i sentimenti a farla da padrona, e a volte ci si annoia un po. La speranza è nel duo atipico Gualazzi e The Bloody Beetroots, ma "Tanto ci sei" dimentica che sul palco c'è anche Sir Bob Cornelius Bifo (e la sua maschera à la Venom) e nonostante il testo firmato da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, viene scartata a favore di una più movimentata "Liberi o no", scritta dallo stesso Gualazzi e Cornelius. C'è del movimento, nonostante l'amore la faccia ancora da padrona.

Fortunatamente arriva la Carrà a dare un colpo di reni. La Raffaella nazionale è un toccasana, canta, balla, si scatena e fa ballare, con un'energia da 20enne. Che vi piaccia o meno, Raffaella sprizza allegria da tutti i pori e toglie una patina di polvere che si era posata sull'Ariston. Non ci sono state scivolate in questa prima puntata, ma una costante linea retta che a volte ha tirato qualche sbadiglio.

Cristiano De Andrè fa quello che sa fare con due brani delicati, che rendono onore nell'anno dell'anniversario per i 15 anni dalla morte del padre, che proprio su quel palco sarà ricordato fra qualche giorno: passa "Il cielo è vuoto". Paradossalmente i più in forma sembrano i novellini – si fa per dire – dei Perturbazione. esordienti col pepe, la band porta due pezzi interessanti, sanremesi nell'accezione più positiva del termine. Una sorpresa solo per chi non ne ha mai ascoltato una canzone. Tra il testo più impegnato de "L'Italia vista dal bar" e l'elettronica de "L'unica", passa quest'ultima, che forse era quella su cui la band puntava maggiormente.

Come sempre sono i super ospiti il momento più atteso delle varie serate. E Yusuf Islam, conosciuto precedentemente come Cat Stevens emoziona tutti con tre brani, tra cui un medley che comprende "All You Need Is Love" dei Beatles e il classicone "Father and Son". Chiude la Ferreri, che nonostante un malanno che l'ha colpita riesce a fare la sua figura con "Ti porto a cena con me".

Viene male, e questa è una macchia grave, l'omaggio velocissimo a Roberto "Freak" Antoni. Crediamo che se si decide di omaggiare qualcuno non ci si possa limitare a citare qualche aforisma e via, lasciando chi lo conosceva con la rabbia derivata da un omaggio tirato per i capelli e chi non sapeva chi fosse con un senso di vuoto non colmato neanche per sbaglio.

Un peccato, perché il Festival farà ottimi ascolti, mantiene ancora una volta una qualità musicale buona, ma perde nello show complessivo. Forse la contestazione iniziale non ha aiutato il ritmo, forse è stata solo l'enorme attesa per la prima puntata. Aspettiamo domani per avere le idee più chiare sia su quello che è il prosieguo dello show, sia per capire quanto reggeranno le canzoni. Va dato atto a Fazio, però, di aver dato un impronta forte musicale a questo secondo biennio sanremese e una sobrietà che però si può declinare in una maniera diversa. Speriamo nella serata di stasera.

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