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Samuele Bersani ci dà speranza: Harakiri è pura bellezza, alla faccia delle regole radiofoniche

Si chiama “Harakiri”, il nuovo singolo di Samuele Bersani, anteprima del nuovo album “Cinema Samuele” che colma un vuoto di sette anni, il tempo che c’è voluto per rivedere un lavoro fatto di inediti, per quello che è uno dei migliori cantautori italiani. Il brano, che se ne frega delle regole radiofoniche ci conferma quanto Bersani sia mancato.
A cura di Francesco Raiola
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Samuele Bersani (LaPresse)
Samuele Bersani (LaPresse)

Samuele Bersani è tornato e mai come adesso sentiamo quanto ci è mancato. Il cantante riminese, infatti, ha pubblicato "Harakiri", il primo brano del suo nuovo disco, un lavoro che i fan aspettano da sette anni, quando uscì "Nuvola numero nove", ultimo di inediti. Tra i due c'è stato solo "La fortuna che abbiamo " che è anche il titolo dell'unico inedito incluso nell'album. "Harakiri", quindi, segna il ritorno di uno dei cantautori italiani più poetici, meno legato agli obblighi radiofonici che in questi ultimi anni portano canzoni spesso uguali, con schemi preconfezionati. Lo descrivono bene, per esempio, Dimartino e Colapesce nella canzone che apre il loro ultimo album "I mortali" che prendono in giro quelli che sono i canoni attuali per scrivere "una hit, una mina": "Strofa, bridge, ritornello Special, ritornello, strumentale. No-no-no, no, strumentale no, la gente si annoia. Ma che faccio? Parlo dei migranti? Per carità, i migranti, no… Ci vuole il tema sociale. Vai sul sicuro, scrivi una canzone d'amore. Devi sembrare impegnato senza esserlo, rassicurante".

Il nuovo album Cinema Samuele

Questo spunto lo prendiamo perché come al solito Samuele Bersani un po' e ne frega e dopo aver dimostrato negli anni – e prima di tanti – di essere in grado di scrivere "una mina", questa volta continua quello che è un discorso poetico che sottende da sempre la sua idea musicale. "Harakiri" è il primo singolo tratto da "Cinema Samuele" (in uscita il prossimo 2 ottobre), o sarebbe meglio dire che è il primo film tratto da questo cinema particolare che prende vita nella mente e nella penna del cantautore.

Il significato del singolo di Bersani

La storia è quella di un uomo che "stava facendosi harakiri chiuso in un cinema porno francese ma dopo i primi tentativi ‘non è il momento' disse, poi si arrese", scritta come fosse un racconto, senza la struttura classica della canzone pop (non c'è ritornello, per dire), ma come una sorta di flusso che prende spunto da immagini filmiche ("Per arrivare all’astronave, quella scatola tutta lamiere, che non smetteva di tremare"), e oniriche ("Sognò di avere un’aragosta ancora viva dentro ad una busta", che lo rendono padre putativo di artisti come Lucio Corsi.

Il testo di Harakiri

Stava facendosi harakiri
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
“non è il momento” disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama
alla profondità dei dialoghi

Per arrivare all’astronave
Quella scatola tutta lamiere
Che non smetteva di tremare
E si appoggiava appena su due pietre
Aveva attraversato i campi
E si era aperto il mignolo di un piede

Canzoni d’amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c’era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle
Davanti a uno specchio di carta argentata
Pensò: “guarda che fisico”
Potrei dire di aver fatto lo stuntman

Si addormentò spontaneamente
Con il sonnifero lasciato in tasca
Con il sorriso deficiente
Di un imbucato al centro della festa
Sognò di avere un’aragosta
Ancora viva dentro ad una busta.
Si era svegliato col cappotto addosso
Con una tanica di acqua di fosso
Da far bollire sul fornello
Tenuto in bilico con un ombrello
Che non poteva più aprirsi
Ma gli era utile per questo e quello

Persino a far finta di avere un fucile
Col quale difendersi quando
Provavano a superare il confine
Sparava bestemmie di marmo
Davanti ai ragazzi seduti sui cofani che lo provocavano
Tirò giù anche l’ultimo santo

Poi dopo una serie giorni infelici
Venne fuori vestito di bianco
Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout

Per fargli un regalo anche il cielo di colpo si aprì a serramanico
Come se spalancasse un sipario

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