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Samuel: “È giusto protestare per suonare, abbiamo vaccini e tamponi, usiamoli!”

Con “Cinema” ha conquistato l’estate italiana assieme a Francesca Michielin, ma per Samuel, cantante dei Subsonica, è stato un anno e un’estate piena, tra il suo Eolie Music Fest e il tour che lo vede ancora impegnato in giro per l’Italia. Anche lui è riuscito a tornare in concerto, con tutte le difficoltà del caso e a Fanpage dice: “Abbiamo vaccini e tamponi, usiamoli!”.
A cura di Francesco Raiola
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Con "Cinema" ha conquistato l'estate italiana assieme a Francesca Michielin, ma per Samuel, cantante dei Subsonica, è stato un anno e un'estate piena, tra il suo Eolie Music Fest e il tour solista che lo vede ancora impegnato in giro per l'Italia. Anche lui è riuscito a tornare in concerto, con tutte le difficoltà del caso, ma col bisogno di tornare ancora una volta davanti al pubblico e sentirne le vibrazioni, i corpi e le voci. Certo, come spiega a Fanpage.it, avrebbe potuto essere diverso, si sarebbero, per esempio, usare i mezzi che abbiamo per tornare a un live più "normale", come hanno chiesto anche molti suoi colleghi nelle scorse settimane: "È giusto protestare ed è giusto che riparta il prima possibile la possibilità di lavorare per tutti quanti noi del nostro settore. Abbiamo uno strumento importante come quello del vaccino e dei tamponi, usiamoli".

L’oro appena arrivato per Cinema è la dimostrazione che d’estate oltre il reggaeton c’è vita. È sempre bello riuscire a squarciare il mondo del tormentone, specie discostandosi da certi suoni, no?

Beh in realtà io non avevo mai pensato al tormentone estivo nella scrittura di questo brano e in realtà il gioco era quello proprio della presa in giro del tormentone, diciamo che il focus del brano è più orientato al racconto questo periodo storico, laddove il cinema ci è un po’ venuto in soccorso, è stato il nostro – come dire – “sfogo” quando eravamo chiusi in casa. Ci poteva far viaggiare, volare con la testa, viaggiare proprio in altri luoghi e quindi il racconto è quello. E poi appunto prendendo in giro l'idea del tormentone, è diventato un tormentone esso stesso. Ma io non ho non ho grandi idee sul concetto di tormentone, nel senso che uno può tranquillamente cambiare canale quando arriva una canzone che ti “tormenta” fondamentalmente. E forse c'è da chiedersi quanto la divulgazione radiofonica si sia ormai un po’ più standardizzata, per cui i pezzi che passa una radio poi li devono passare tutte le altre. Io sono cresciuto in un periodo in cui il tormentone non esisteva semplicemente perché ogni emittente radiofonica aveva un proprio palinsesto che differiva dalla scelta del direttore artistico, oggi si è un po’ omologata la faccenda, nel senso che se una canzone va bene su una radio pilota diciamo che le altre la seguono tutte a ruota. Forse si è perso un po’ di carattere in questa cosa qui.

Sei nel pieno del tour, ma hai alle spalle tante date: com’è stata questa estate rispetto alla precedente? Cosa ti aspettavi e cosa hai visto?

Quest’estate differisce dalla scorsa estate per il fatto che l'anno scorso ero in tournée come solista e portavo in giro il mio spettacolo, che in qualche modo esisteva già da un po’ di tempo perché raccontava il Codice della Bellezza più alcune cose che sono successe dopo (ma non era ancora uscita Brigata Bianca) e quindi ho avuto molta tranquillità nell'organizzarlo, nel gestirlo e nel portarlo a termine; quest'anno invece sono dovuto andare in tournée anche coi Subsonica e non ho avuto praticamente tempo di switchare le due mentalità: con i Subsonica faccio parte di un ensemble, suono uno strumento come gli altri, mentre quando salgo sul palco da solo per il mio progetto solista sono io tutto e devo riempire tutti gli spazi, quindi questa cosa qui è stata cosa un po' più complicata, però piano piano mi sto riabituando a essere Samuel. È una cosa che col tempo giusto riesco a gestire meglio, però questo periodo storico ci ha imposto dei tempi molto serrati che si sono accavallati uno sull'altro, e quindi bisognava farlo l'abbiamo fatto. Devo dire però che è stata una bellissima estate e una bellissima esperienza sia coi Subsonica che ora che sto affrontando il tour in solitaria da solo. È bello per il pubblico vedere le due facce, perché chi viene a vedere i Subsonica sa chi sono e conosce perfettamente il mio essere all’interno dei Subsonica, mentre chi viene a vedere me capisce perché sono quella cosa all'interno di Subsonica – perché i Subsonica hanno quella voce, quella vocalità, quella armonia lì – perché ovviamente da solo approfondisco molto di più il mio essere autore, la mia passione per la melodia e per l'armonia.

A proposito dei cambiamenti continui di regole hai detto: “Essere adattabile è il segreto della vita che si è generata in questo Pianeta”. Com’è stato doversi riadattare a ritmi molto più veloci?

Negli ultimi periodi i ritmi hanno iniziato ad aumentare e ad essere più veloci, si sono accavallate tantissime situazioni e progetti. Io devo dire che ho rallentato forse durante il primo lockdown in cui mi sono fermato proprio veramente, ma poi da maggio dell'anno scorso ho ricominciato a macinare cose, ho fatto un Festival, ho fatto e registrato un disco, ho fatto una tournée, ho presentato l'album nell'inverno, adesso sto scrivendo una colonna sonora, ho fatto due tournée. In realtà i miei ritmi da maggio dell'altro anno sono quasi tornati alla normalità. Quello che non è tornato alla normalità è la possibilità di lavorare, dobbiamo sempre lavorare in difficoltà: il nostro settore è quello più, come dire, messo in ginocchio perché da sempre c'è l'idea che i musicisti, l'intrattenimento, non siano una cosa fondamentale, lo vediamo con le escalation di violenza che ci sono in giro per il mondo che alla fine lo sfogo sociale è fondamentale per una società equilibrata. Molti ragazzi hanno necessità di andare a un concerto, di andare in una discoteca, di ballare per tutta una notte, proprio per tirar fuori quelle energie che se no, compresse, vengono fuori in un'altra maniera, forse in maniera più scoordinata.

E dal lato dei cantanti?

L'idea del cantante che sale sul palco e si diverte è bella perché è vera, il nostro è un mestiere fantastico e eccezionale. Siamo felici di farlo però c'è anche da dire che molti artisti danno da lavorare a tantissime altre persone e quindi anche quelle persone lì hanno diritto di avere un lavoro, non solo chi ha un negozio, un ristorante o un centro commerciale o una spiaggia affollata. Il concetto di intrattenimento e stato un po' svilito in questi ultimi due anni. Ora speriamo di poter ritornare a una sorta di normalità per poter lavorare con tranquillità, perché molti locali altrimenti non avranno la possibilità di continuare la loro attività e quindi è giusto riuscire a tornare il prima possibile a quello che era una volta la frequentazione della notte, dei locali, lo svago sociale fondamentalmente.

Senti, come hai trovato il pubblico, nonostante sedute, distanziamenti etc? Quali sono le difficoltà di cercare di farli divertire senza farli muovere dal posto?

Per un gruppo come i Subsonica o per me da solista avere un pubblico seduto non è proprio il massimo perché da sempre il nostro linguaggio passa attraverso il ritmo e il movimento, la danza: per noi un pubblico statico che canta e basta non è soddisfacente, noi amiamo vedere il pubblico che si muove, che balla, che salta e scriviamo musica proprio per questo motivo, quindi questi due anni in cui ha abbiamo dovuto suonare davanti a un pubblico seduto sono stati una sofferenza. C’è però anche da dire che di fronte alle difficoltà le persone che reagiscono trovano la formula per vedere un qualcosa di positivo, e io sinceramente proprio nel mio istinto di reazione e di positività ho visto una possibilità, quella di poter misurarsi con un'altra forma di dialogo pubblico. È un pubblico sicuramente più statico ma molto più attento, a fine dei concerti di quest'estate – ma anche delle altre estati – molti mi hanno detto “vengo ai vostri concerti da sempre ma non mi ero accorto di certe sfumature”, ecco questo è stato un momento forse per far entrare ancora di più nella poetica e nella ricerca musicale sia del mio gruppo che di me stesso. Alla fine anche in questo sono riuscito a trovare una mia sorta di positività.

Sei riuscito a vedere qualche concerto da spettatore, questa estate? Che esperienza è stata?

Sono stato molto fortunato perché ho dato vita a un Festival che è già al secondo anno che viene realizzato alle Eolie su un caicco, quest'estate ho avuto a disposizione un bel budget per poter portare artisti ed essendo il direttore artistico ho portato tutti quelli che mi piacevano, quindi mi sono visto praticamente a un metro da loro tutte le realtà musicali che mi appassionano di più in questo momento in Italia. L’Eolie Music Fest è diventato per me sicuramente un luogo in cui mettermi alla prova come direttore artistico ma anche per vedere proprio i concerti che mi piacciono, e questa cosa devo dire che è stata molto apprezzata anche dagli artisti stessi e quindi sono stato fortunato.

Nelle ultime settimane sono successe varie cose, dal caso Salmo alla richiesta di Cosmo e ora pare che anche Franceschini abbia chiesto nuove regole. Qual è la tua posizione?

La mia posizione è che, come dicevo prima, il nostro settore è stato quello più trattato male,  è stato quello più dimenticato e gli artisti – così come ognuno – scelgono la propria via di protesta. Penso sia giusto protestare in questo momento perché ripeto noi artisti – chi più chi meno – la possibilità magari di fermarsi un anno per rigenerarsi, per inventare musica nuova, per scrivere ha comunque degli indotti che gli possono permettere a volte anche di stare fermo, ma tutti quelli che lavorano per noi, che sono i tecnici, le maestranze, quelli che montano e smontano i palchi, che ci aiutano a far suonare gli strumenti, loro si sono dovuti veramente bloccare, per loro è stata una battuta d'arresto incredibilmente drammatica. La protesta è vero, anche dal punto di vista egotico dell'artista che vuole esibirsi, e ci può stare, forse può essere vista in maniera più effimera, ma è giusto protestare per le persone che non arrivano a fine mese e noi diamo da lavorare a tantissime persone che in questi due anni sono stati veramente messe in ginocchio. A questo punto è giusto protestare ed è giusto che riparta il prima possibile la possibilità di lavorare per tutti quanti noi del nostro settore. Abbiamo uno strumento importante come quello del vaccino e dei tamponi, usiamoli.

Finito il tour cosa farà Samuel?

Il mio tour non finisce praticamente dal ’96, però in un interstizio tra il tour di Subsonica e la mia tournée di racconto di Brigata Bianca – che sicuramente avverrà nell'inverno – sto finendo di completare una colonna sonora per un documentario e poi spero di potermi riposare un po’, soprattutto mentalmente perché questi due anni sono stati veramente intensi per me,  soprattutto dal punto di vista della scrittura, del racconto, dell'invenzione, di come far funzionare in questo momento così difficile tutta la macchina, e quindi avrei proprio bisogno di 2 settimane di stop e vedremo, vedremo cosa succede.

Samuel suonerà il 17 settembre all'International Motors Day di Civitanova Marche, il 18 settembre a Piazza Risorgimento di Seregno (MB), il 19 settembre al PeM Festival di San Salvatore Monferrato e il 26 settembre al Mercato Nuovo di Taranto.

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