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Salmo torna e sbanca lo streaming: il significato di “90MIN”

Si chiama “90MIN” il ritorno di Salmo, il rapper sardo che con il precedente album “Hellvisback” conquistò due dischi di platino e che qualche giorno fa è tornato con il nuovo singolo che parlando dell’italiano medio e dell’Italia media (e di Salvini, dei razzisti e della trap) anticipa l’uscita del suo nuovo album “Playlist”
A cura di Francesco Raiola
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Il ritorno in scena di Salmo non passa inosservato. La nuova canzone, quella che lancia il suo prossimo album "Playlist" è "90MIN", nuovo singolo uscito lo scorso 21 settembre. Sono passati due anni da "Hellvisback", ma quello del rapper sardo era senza dubbio uno dei più attesi dell'anno, e il primo assaggio non ha deluso, al punto che i fan lo hanno spinto in cima alla classifica degli ascolti di Spotify, come ha sottolineato lui stesso in un post su Instagram in cui ha annunciato che "90MIN", con oltre 1 milione di streaming in 24h, si è piazzato al primo posto della classifica iTunes, Spotify e Apple Music, battendo il record di ascolti in Italia per un artista a solo, come ha specificato in un commento, rispondendo a Charlie Charles che ricordava il milione e seicento di Peace&Love la canzone che ha prodotto per Sfera Ebbasta e Ghali.

Chi ha lavorato alla canzone

La canzone è prodotta da Ron "NEFF_U" Feemster, vincitore di un Grammy che in passato ha collaborato con artisti come Michael Jackson, Dr. Dre, Eminem, Justin Bieber, Sia, ma anche con Fabri Fibra, Clementino e in un pezzo di Marracash che aveva Salmo e Coez tra i featuring, mentre l'album è stato mixato e masterizzato da Andrea Sollo Sorogni e Andrea Suriani.

Salvini, i razzisti e l'italiano medio

Il pezzo è l'evoluzione di Hellvisback, un passaggio che Salmo ha effettuato accompagnando i suoi fan con la mano e singoli extra album. Meno (strettamente) autobiografico di "1984", primo singolo dell'album precedente (doppio platino), ma comunque uno schiaffo in faccia ben assestato, partendo dalla propria visione della vita e senza mezzi termini. I 90 minuti sono quelli di una partita di calcio, usata come metafora della passione dell'italiano media e dell'Italia media, quella delle "scuole alle suore", della "squadra del cuore", delle pistole, del dialetto, del caffè ristretto, del cornetto Algida: "Prego, sedetevi comodi, sta cominciando lo show, è come volare in economy ma senza le buste del vomito" rappa Salmo che non nasconde le critiche a Salvini, sia sulla scorta a Roberto Saviano ("Questa è l'Italia, è una mente contorta, chiudi la bocca o ti levan la scorta") che sui migranti e i 49 milioni dovuti allo Stato ("Poteri forti: aprono i conti ma chiudono i porti, rubano i soldi, impossibile opporsi"), ma Salmo ce l'ha anche coi razzisti, soprattutto quelli che dicono di amare l'hip hop, genere creato e sviluppato a artisti di colore ("I razzisti che ascoltano hip hop qualcosa non torna" e "Prima di essere un vero italiano, cerca di essere umano") e non può non parlare della musica che gli gira intorno.

La spinta ai "rapper di minchia"

Maurizio Pisciottu – vero nome del rapper – infatti si guarda intorno, legge la classifica e pare non amare né il tormentone latino (come aveva già spiegato in "Estatedimerda", l'anti tormentone dello scorso anno e come aveva ironizzato nella ghost track dell'ultimo album) né tutta questa trap, col riferimento alla codeina, ingrediente principale della Purple Drunk, bevanda simbolo del genere, come quando canta "Rum e cocaina, codeina (…) A ‘sti rapper di minchia non gliela do vinta, ritornerò in cima per dargli una spinta")

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