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Rocco Hunt riporta indietro le lancette dell’orologio con i freestyle a Real Talk

La partecipazione di Rocco Hunt alla trasmissione musicale Real Talk è stato il tentativo riuscito dell’artista salernitano di ricordare a tutti che è ancora una delle penne più potenti e precise dell’hip hop italiano. Sono bastate le punchline sulle tre produzioni di Mark Tempo, TwentyTwo e Bosca per riportare le lancette indietro nel tempo.
A cura di Vincenzo Nasto
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Rocco Hunt è ancora una delle penne più aggressive e precise del rap italiano, anche se i suoi nuovi orizzonti sembrano averlo fatto dimenticare a qualcuno. Il successo di brani come "A un passo dalla luna" con Ana Mena, ma lo stesso featuring con Geolier in "Che me chiamme a fa?", hanno distratto un pubblico che ha etichettato l'artista salernitano attraverso la musica latin-melodica pubblicata di recente, dimenticando il suo percorso negli anni. A Real Talk c'è stata finalmente la resa dei conti, che ha visto lo stesso Rocco Hunt in un esercizio di stile in freestyle su tre beat realizzati da Mark Tempo, TwentyTwo e Bosca.

I tre freestyle per Real Talk

"Mandala che Rocchino è pronto". È bastato il segnale del cantante salernitano in cuffia per 9 minuti di esibizione in freestyle a Real Talk, per ricordare a tutti che Rocco Hunt sa ancora rappare. Lo stesso aveva annunciato la partecipazione al programma sui social, dove nel pieno spirito della trasmissione aveva affermato: "Sono nato e cresciuto davanti a questo microfono. Il beat è il mio cuore e le rime sono l’ossigeno. Il Rap è quello che so fare e questo è quello che farò per sempre". La crescita e il cambiamento da RH positivo è visibile, racconta della crescita di Rocco Pagliarulo e della sua abilità, riconosciutagli in dose minori rispetto alla realtà stessa, di essere un hitmaker professionale. Questo però non vuol dire che riesca ancora a impressionare al microfono, in freestyle. Le tre produzioni di Mark Tempo, TwentyTwo e Bosca diventano il tappeto per la sua rabbia, per la sua tecnica, per le sue citazioni: perché l'hip hop è ancora quello della Zona Orientale di Salerno, anche se nel frattempo Rocco Hunt ha conquistato prima Milano, e poi l'Italia intera.

La connessione Italia-Spagna e i suoi progetti futuri

"L’hip hop è morto e chi l’ha detta sta cazzata, basta che mi impegno un poco et voilà tutti a casa" o "Erba cade sul mio pavimento, chiamo Fibra per un rapimento", sono solo alcune delle punchline rappate dal rapper salernitano, che sveste i panni della popstar sulle tre produzioni, per poi infilarsi di nuovo la giacca, quando i due presentatori del programma, Bosca e Kuma, incominciano a chiedergli cosa sarà del futuro di Rocco Hunt: questo non prima di aver rappato in freestyle a cappella. Il vestito è quello delle grandi occasioni, perché dopo il successo di "A un passo dalla luna" è impossibile fermare l'evoluzione latina di Rocco Hunt, supportato da un numero di platini che parla per lui: "Voglio continuare a seguire questa wave che mi ha portato tanta fortuna, sia in Italia che in Spagna. Ho raggiunto una bella energia per farmi accettare anche all'estero. Abbiamo aperto questa porta, però chi conosce me, sa che Rocco Hunt non è solo il singolo, ma anche le altre tracce che fanno parte di un progetto. Voglio continuare a essere me stesso, in italiano o in dialetto, nel rap come nel pop".

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