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Rocco Hunt: “Porto anche mio figlio in concerto, voglio che sia orgoglioso di me”

Rocco Hunt torna live e a Fanpage.it racconta il ritorno in concerto, il successo di Nu juorno buono, e il tifo per la Salernitana.
A cura di Francesco Raiola
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Anche per Rocco Hunt è arrivata l'ora di tornare dal vivo con un tour che era nato per portare in giro il suo album Libertà e che adesso raddoppia, perché nel frattempo è uscito anche "Rivoluzione". Negli ultimi anni il rapper di Salerno è diventato uno dei principali hitmaker italiani, ma con l'ultimo lavoro ha voluto ribadire che ha ancora molto da dire a livello street. E il live rispecchierà proprio queste due anime, da una parte quello delle canzoni più mainstream, compresa Nu juorno buono, dall'altra quelle degli inizi. Con lui sul palco ci saranno tanti ospiti, anche se non ha ancora voluto svelare quali, di sicuro ci sarà il figlio, a cui farà vedere dove è arrivato, partendo dalla strada, venendo su da una famiglia umile e ritrovandosi a essere uno dei cantanti più famosi d'Italia.

Come sarà ricominciare?

Ripartire dopo questi due anni di stop è un'emozione forte, era veramente frustrante rinviare ogni volta i concerti, però adesso siamo pronti per riabbracciare il pubblico. Ci sono questi due concerti al Palapartenope di Napoli che mi sono rimasti in gola, ma adesso finalmente li recupereremo.

Quali sono le tua canzoni recenti che i fan aspettano maggormente?

È stata dura fare una scelta perché era questo era partito come tour di Libertà poi è diventato il tour di Libertà più Rivoluzione, il mio nuovo album, quindi abbiamo cercato di fare entrare nella scaletta il top dell'uno e dell'altro senza far mancare i grandi classici che hanno segnato il mio inizio di carriera, quindi sarà una scaletta mista, abbiamo cercato di accontentare tutti i tipi di fan, da quelli della prima ora a quelli che vogliono i successi degli ultimi anni.

Una canzone che non può mai mancare è Nu Juorno buono. Che rapporto hai, oggi, con questa canzone?

Vero, Nu juorno buono è la canzone che in scaletta non può mai mancare, pensa che già dalla seconda canzone la gente sotto al palco me la chiede. Penso che quella sia una canzone manifesto, quella che mi ha cambiato la vita, in cui ho parlato della mia terra, del mio sud, della Campania. Quando pensi a me sicuramente ti viene in mente quel pezzo, anche se ne ho fatti altri che commercialmente parlando sono stati più forti, è quella a cui, quando vado al mercato, il popolo fa riferimento perché è diventato un inno di speranza e anche se sono passati anni resta sempre attuale. Quando la canto sento sempre l'emozione della prima volta perché mi vengono in mente l'Ariston, la mia famiglia in platea, i festeggiamenti, fu una rivoluzione che aprì le porte al rap a Sanremo, la musica in lingua napoletana sul palco e anche adesso che ne parlo mi emoziono.

Ci saranno ospiti con te?

Ci saranno ospiti che verranno a trovarli, non li svelo non per non fare spoiler ma perché di questi tempi non si sa mai cosa succede, quindi non voglio fare false promesse, ma sono sicuro che chi verrà, chi mi ha dato fiducia si divertirà.

Su IG hai postato una foto con Clementino in cui scrivi: “Sono passati 11 anni e tante cose sono cambiate! Non avevamo manco gli occhi per piangere” e adesso hai teatri e palazzetti pieni di gente.

Quando parlo del mio passato non lo faccio mai come un vanto il fatto che mi sono realizzato, la vedo più come una rivalsa sociale. Quando a volte mostro i miei risultati non lo faccio per vantarmi ma per ispirare i ragazzi della mia generazione e quelli più giovani cercando di dirgli che un futuro migliore è possibile. Non voglio essere ipocrita, per me è stato difficilissimo e forse sono un caso sporadico, però è la verità, vengo da origini umili, tutto quello che ho fatto l'ho fatto da zero, centimetro dopo centimetro, per questo mi piace ricordare la mia storia, perché a volte uno vede i successi, l'arista, le canzoni e pensa che tutto sia scontato ma a me piace ricordare che vengo da una famiglia umile. All'inizio nessuno ci credeva, io ci ho creduto e quella è la mia forza. Vorrei che il mio pubblico non pensasse mai che quando mostro i risultati lo facessi con spocchia e superbia, prendete i miei contenuti a uso ispirazionale, nel senso che se ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti.

Tuo figlio ti seguirà in qualche data?

Mio figlio verrà a Napoli, anche perché sono due anni che non vede un concerto, ha visto solo le mie esibizioni in televisione. Adesso è anche cresciuto e può capire meglio cosa faccio però già se ne sta facendo una ragione. A volte per strada quando mi fermano per fare una foto gli chiedo: "Perché chiedono le foto a papà?" e lui risponde: "Perché fai delle canzoni fantastiche". Inizia a capire la situazione, non è stata facile, è stata dura spiegargli qual è il mio lavoro perché sembrava un gioco, chissà magari tra qualche anno mi dirà: "Papà, tu vai a cantare, ma che lavoro fai veramente?", ma la cosa bella è l'innocenza dei bambini. Lo porterò al Palapartenope così che possa vedere il calore della gente e voglio anche che sia orgoglioso di me.

Non ami parlare di calcio, però in questo periodo non posso non chiederti della Salernitana, di cui in famiglia siete tifosi, no?

Mio padre è malato della Salernitana e da piccolo mi portava sempre allo stadio a vederla. Negli ultimi periodi il miracolo calcistico che sta succedendo in città ha dato un forte senso di rivalsa e appartenenza che un po' mi ha coinvolto, sono tornato a vederla sia in casa che a volte in trasferta. Essendo nato a Salerno ho un rapporto speciale con la squadra della mia città e come tutti i miei concittadini speriamo in un miracolo, ma la cosa bella è che non solo le persone della nostra città ma anche da Napoli sta arrivando un forte supporto e questa è una cosa bellissima perché io con la mia musica ho sempre cercato di dimostrare che la rivalità con Napoli è una cosa che non esiste. Ci sta lo sfottò tra le tifoserie perché è l'essenza del calcio però spero che non degeneri mai in violenza, in ignoranza, perché sono due città a 50 chilometri di distanza e la rivalità che c'è tra queste città è una delle cose più stupide che ci siano. Ognuno tifa la propria squadra, se tifi un'altra squadra sei comunque mio fratello però il calcio ci divide dove la musica ci unisce, faccio il mestiere più bello del mondo che è quello di trasmettere positività con le mie canzoni, faccio il cantante, non il calciatore ma ci tengo a ribadire che spero che il calcio non diventi mai violenza.

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