video suggerito
video suggerito

Robbie Williams: in 60 mila al San Siro per l’ex Take That

Tantissimo pubblico per l’unica tappa italiana del cantante inglese che è tornato nel 2012 con “Take the crown”. Grandissimo spettacolo, una scaletta con i pezzi che ne hanno decretato il successo solista e tanta empatia col pubblico milanese.
64 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Foto Splash
Foto Splash

Sono passati tanti anni dallo scioglimento dei Take That, quel gruppo di ragazzini che conquistò il mondo con un pop semplice e tanti balletti, ridando verve al concetto di boy band. Di quei cinque ragazzini ce n'è uno solo che è diventato una star mondiale anche da solista e tutti sanno chi è: parliamo di Robbie Williams, ovviamente, star internazionale e autore di album vendutissimi come "Life thru a lens", "Sing when you're winning" e "Escapology". Il ragazzo terribile è stato il protagonista, ieri sera, dell'unica tappa italiana del tour europeo. Sul palco di San Siro, davanti a 60 mila fan delle più svariate età, Robbie Williams è stato il guascone di sempre, grande intrattenitore su un palco eccessivo, tra effetti speciali che lo hanno portato a volare sul pubblico, fuochi d'artificio veri o falsi e gigantografie varie, a dimostrare che nonostante l'età che avanza lui resta sempre quella popstar che ha venduto vagonate di album in giro per il mondo.

E sono proprio quei successi che Williams sta portando in giro, oltre, ovviamente, a quelli del suo ultimo "Take the crown" che nel titolo aveva una chiara dichiarazione di intenti, ovvero tornare là, in cima, dove è stato per anni e dal quale, a causa forse di qualche album non memorabile, è dovuto leggermente retrocedere. Anche perché si sa, il tempo passa per tutti, i fenomeni pop nascono e si diffondono, alcuni muoiono, altri – One Direction, Bieber etc – rimangono e drenano pubblico e mito, ma non per le decine di migliaia che lo aspettavano impazienti. E lui ha ricambiato con un grande show, coi suoi balletti tutto fianchi e sedere, con un'energia enorme e con trovate à la Springsteen, tipo quella di prendere una ragazza dal pubblico (che per poco non sveniva) e portarsela sul palco a cantare sulle note di Strong e essere parte attiva dello show, o le chiacchierate in italiano – stentato ma coraggioso – col pubblico (come prima di "Feel").

Foto Splash
Foto Splash

La scaletta, come detto, è un bel mix, con pezzi dall'ultimo album come "Be a boy", "Not like the others" e "Candy" e successi come la succitata Strong, ma anche "Bodies", "Come undone", "Me and my monkey", "Rock dj" e "Angels" oltre a varie cover, come la "Walk on the wild side" con cui chiude proprio Strong o "Yesterday", "Minnie the moocher" e "Seven nation army", in memoria del concerto milanese del 2006 subito dopo la vittoria italiana del Mondiale di calcio (di cui il pezzo dei White Stripes divenne colonna sonora).

Ad aprire il concerto è stato Olly Murs, secondo classificato a X Factor versione inglese nel 2009 e per molti erede del cantante inglese. ma Murs è parso a molti più un timido apprendista che un delfino. E diciamocelo, non c'era bisogno della zingara per capire che ne dovrà fare di strada – e non poca – per avvicinarsi ai successi e alla vita (artistica) dell'ex Take That.

ANGELS

Video thumbnail

CANDY

Video thumbnail

ROCK DJ

Video thumbnail
64 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views