Riparte il processo per abusi sessuali contro le società di Michael Jackson
Wade Robson e James Safechuck ci riprovano. I due, 40 e 45 anni, storici accusatori di Michael Jackson hanno fatto partire una nuova causa contro le due società del "Re del Pop", la MJJ Productions e la MJJ Ventures, perché ritenute da loro complici degli abusi sessuali che sarebbero stati perpetrati dal cantante di "Beat It" e "Thriller". A riportarlo è il New York Times. La difesa: "Le società non avevano il potere di gestire il comportamento dell'artista".
Dal documentario Leaving Neverland al nuovo processo
Wade Robson e James Safechuck sono stati i protagonisti del documentario HBO "Leaving Neverland", il discusso progetto diretto da Dan Reed tutto orientato a dimostrare la colpevolezza di Michael Jackson. Adesso, i due hanno ottenuto l'approvazione da parte della Corte d'Appello della California a trascinare in tribunale le due società della star perché possono essere ritenute responsabili di un favoreggiamento, ribaltando quindi la sentenza del primo processo. I due avevano già provato a trascinare le società di MJ in tribunale nel 2013 e nel 2014 (Michael Jackson è morto nel 2009), ma i fatti erano andati in prescrizione. Dopo la firma di una nuova legge del 2020, a opera del nuovo Governatore della California, Gavin Newsom, la prescrizione per accuse di abuso sessuale è stata estesa. La causa è stata nuovamente respointa nel 2021, ma adesso tre giudici della corte d'appello hanno stabilito l'idoneità di portare in giudizio le due società.
I nuovi documenti contro le società di MJ
James Safechuck sostiene di essere stato abusato da Michael Jackson in una stanza d'albergo a Parigi nel 1988, quando aveva solo 10 anni. Nelle documentazioni citate dal New York Times si legge che Michael Jackson disse a Safechuck "che avrebbe cambiato la sua vita mostrandogli come masturbarsi". Si legge ancora: "Jackson cominciò a fargli vedere come si fa e poi fece provare a Safechuck". La deposizione prosegue: "Dal 1988 al 1992, Jackson ha abusato del querelante centinaia di volte in varie località. Jackson ha ‘sposato' il querelante con un anello e un documento firmato per fingere che si fossero sposati. Lo ha anche istruito a scambiare ‘dichiarazioni d'amore' con lui. Avevano sviluppato un legame emotivo molto forte". Tra le testimonianze, anche uno dei manager del personale di Neverland che sostiene di aver assistito a numerosi episodi sospetti, oltre ai pettegolezzi che giravano tra tutto il personale di Neverland. La difesa sostiene che le due società appartenenti a Michael Jackson non avevano l'autorità per supervisionare l'artista, né per gestire il suo comportamento.