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Ricordate i Blue? Che fine ha fatto la band di One Love, All Rise e A chi mi dice

I Blue, la band britannica composta da Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe, ritornerà in Italia il 14 aprile 2024, per un concerto al Fabrique.
A cura di Vincenzo Nasto
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Blue, foto di Dave Hogan per Getty Images
Blue, foto di Dave Hogan per Getty Images

Nelle scorse ore, sulla pagina Instagram dei Blue, band britannica con un incredibile immaginario pop costruitosi nei primi anni 2000, sono apparse due storie. Nella prima, la band annunciava la data del prossimo concerto, il 14 aprile al Fabrique di Milano, per poi condividere con il profilo della fanpage @BlueItalia, un video da parte dei quattro cantanti: nella registrazione, Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe si dicono entusiasti del ritorno in Italia, un paese, un mercato musicale, che ha foraggiato le vendite dei loro primi tre album. Ma non solo, perché il legame con l'Italia si è costruito anche attorno al successo di A chi mi dice, brano scritto da Tiziano Ferro e riadattato sulle note di Breathe Easy della band, terzo singolo estratto dall'album Guilty.

Il rapporto tra i Blue e l'Italia con A chi mi dice

La dimensione di quel brano ha, dopo pochi anni, abbandonato la cruda proprietà della band britannica, lasciandosi corteggiare anche dalla voce di Fausto Leali e Mina nel 2016, che la inseriscono in Non sono Leali, ma anche dai tenori de Il Volo, che la inseriscono nel disco Musica. Come ha più volte ripetuto il suo autore Tiziano Ferro, a mancare sembra proprio la sua versione. A chi mi dice e One Love, insieme al successo del primo album All Rise, hanno reso i Blue nei primi anni 2000, esponenti di una corrente di pop melodico, iper-romantico nella sua narrazione e che riscrivesse i termini delle boyband, fino ad allora una formazione musicale tipicamente statunitense con gruppi come i Backstreet Boys o gli NSYNC. Un'evoluzione di ciò che hanno rappresentato i Take That, con un uomo come Simon Cowell, fondatore del talent game X Factor, a incasellare i pezzi del puzzle.

Simon Cowell dietro la nascita negli anni 2000 dei Blue

Simon Cowell infatti, è il primo a vedere le potenzialità di ciò che potrebbe accadere quando lega Antony Costa e Lee Ryan in un progetto, a cui successivamente si aggiungeranno Duncan James e Simon Webbe: è il 2000 e la band comincia a lavorare alla pubblicazione di All Rise, l'album d'esordio. I primi quattro singoli estratti, All Rise, seguito da Too Close, If You Come Back e Fly By II, e la crescente fonte di luce sui quattro protagonisti, rendono il primo album della band un caso di studio nella discografia dei primi anni 2000. All Rise vende più di 15 milioni di copie in tre anni, aprendo le porte della band al mercato internazionale. La loro immagine pubblica è il segmento che unisce i Blue ai mercati discografici europei, che raggiungeranno con intensità differente negli anni successivi.

L'arrivo al Festival di Sanremo nel 2003

In Italia, oltre al già citato episodio di A chi mi dice, arrivano anche al Festival di Sanremo nel 2003. In una kermesse che vedrà la seconda conduzione consecutiva di Pippo Baudo, accompagnato da Serena Autieri e Claudia Gerini, la band britannica presenterà One Love, con una coreografia composta con alcuni ballerini del teatro ligure. Proprio sull'aspetto coreografico, i Blue sembrano subire gli esempi del passato, soprattutto nel caso dei Backstreet Boys e degli NSYNC: con il passare del tempo infatti, si verranno a delineare gerarchie all'interno della formazione, che ne mineranno l'esistenza.

L'ascesa e la caduta con gli album solisti

L'uscita nel 2002 di One Love, in cui viene contenuta anche una versione di Sorry Seems to Be the Hardest Word con Elton John sembra la consacrazione, accompagnata l'anno successivo da Guilty, con i successi della titletrack, di Bubblin' e Breathe Easy. Saranno gli ultimi momenti felici della band, che sembra perdere i propri tratti identificativi, aspetto anche delineato dalla volontà di più membri di intraprendere carriere soliste. Le luci del teatro caleranno fino a scomparire negli anni successivi con la fine della band segnata dall'uscita di progetti Greatest Hits come Best of Blue, che anticipano gli album solisti dei quattro autori: l'omonimo album di Lee Ryan, Sanctuary di Simon Webbe, Future Past di Duncan James e Heart Full of Soul di Antony Costa.

Il tentativo di riconciliazione con l'Eurovision Song Contest nel 2011

Ci saranno più tentativi di riconciliazione della band, dalla partecipazione all'Eurovision Song Contest nel 2011 con I Can all'album Roulette che segnerà anche il disastro finanziario dei quattro autori. Autoprodotto sotto la propria etichetta, segnerà la prima bancorotta dei membri della band, a cui si aggiungerà anche il contratto con la Sony cancellato dopo l'uscita del successivo album nel 2015 Colours, che venderà sotto le 10mila copie. Anni dopo, in un'intervista al Sun, Duncan James rivela di voler provare una reunion del gruppo, che si ufficializza nel 2021. A 20 anni da All Rise la band decide di ritornare per un tour celebrativo: il revival nostalgico dei primi anni 2000 sembra prendere il sopravvento anche nel pubblico, che chiede il ritorno della boy-band a 20 anni di distanza dal suo debutto.

Il ritorno in Italia al Fabrique

Dopo aver celebrato su Instagram i 20 anni di A chi mi dice, i Blue ritornano in studio e pubblicano il loro sesto album, a sette anni di distanza da Colours. Si tratta di Heart & Soul, uscito lo scorso 28 ottobre, che viene celebrato anche con un tour invernale in Inghilterra, a cui seguiranno festival europei e l'annuncio, nelle scorse ore, del ritorno in Italia. Bisognerà attendere il prossimo 14 aprile per rivivere le note di A chi mi dice, e non solo, sul palco del Fabrique di Milano.

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