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Renzo Rubino, dopo Porto Rubino l’album: “Ho messo a posto le caselle che erano perse per strada”

Renzo Rubino ci racconta come il suo Festival pugliese Porto Rubino sia arrivato alla quinta edizione e sia ormai un punto fermo dell’estate musicale italiana.
A cura di Francesco Raiola
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Renzo Rubino (ph Ilenia Tesoro)
Renzo Rubino (ph Ilenia Tesoro)

Tra gli appuntamenti fissi dell'estate festivaliera italiana, in pochi anni si è fatto spazio Porto Rubino, festival diffuso in Puglia, creato dal cantautore Renzo Rubino, che anche quest'anno porta alcuni tra i principali artisti italiani contemporanei sui palchi e sulle barche in giro per la regione. Dopo i primi due appuntamenti, che hanno visto tra i protagonisti Mahmood, Madame, Alan Sorrenti e i Santi Francesi, il 5 luglio a Monopoli (BA) sarà la volta di Bianco, Giovanni Caccamo, Niccolò Fabi e Priestess , il 7 luglio a Tricase (LE) tocca a Carlo Amleto, Delicatoni, Levante, Nada, Raf e per finire, il 9 luglio a Campomarino di Maruggio (TA) chiuderanno Dardust, Dente, Emma Marrone e Francesca Michielin. Abbiamo chiesto al cantautore di parlarci del fstival e dei suoi prossimi progetti musicali.

Come sono andate queste prime due tappe?

Sono stanco ma contento, e devo dire che ormai Porto Rubino è diventata una realtà importante, quindi attesa, c'è grande ressa e calca.

Ho visto le immagini del concerto di madame

Sì, c'è veramente tanta gente, tutti contenti, poi abbiamo fatto questi due concerti gratuiti, quindi attesi, siamo molto felici, erano tutti contenti a partire dagli artisti, che  è una cosa bella.

Anche perché così si esprimono ancora meglio

Esatto, devo dire che siamo cresciuti molto anche nell'organizzazione, sono contento per il lavoro fatto da tutto lo staff, da chi mi è vicino fin dall'inizio come San Marzano vini che mi aiuta in questa impresa.

Avete un festival che ormai ha in line up i nomi più importanti della musica italiana contemporanea, no?

Gli altri anni ci siamo concentrati più sul cantautorato, su artisti speciali, che amo molto, come Benjamin Clementine o Micah P. Hinson, invece quest'anno, proprio perché il festival non deve essere caratterizzato da un genere ben preciso, abbiamo deciso di dare spazio anche a un altro tipo di musica,quella più popolare. ieri, per esempio, a Giovinazzo c'erano Alan Sorrenti e madame, artisti diversi ma che nello stesso contesto funzionavano.Sorrenti che è un ersonaggio popolare che ha avuto momenti anche super pop e un'artista super attuale come madame, eppure la gente è impazzita per entrambi e anche per artisti come Emma Nolde, i Santi Francesi. Abbiamo dato grande spazio anche alla contemporaneità.

Quest'anno nessuno straniero, quindi…

No, nessuno, proprio per il discorso di prima: mi sono concentrato sugli italiani e sul pubblico che viene a vedere il festival. Abbiamo cercato di avere più attenzione nei confronti di chi ha deciso di prendersi qualche giorno per venire in Puglia e vedere il concerto, limando, aggiustando e sistemando cose affinché chi viene a vedere lo spettacolo potesse vivere una situazione indimenticabile.

Quanto questa ennesima vita di Rubino toglie spazio al tuo progetto personale?

Mi ha tolto tanto spazio ma finalmente posso dire che Porto Rubino è una realtà che funziona da sola, questo significa che il mio lavoro, che è sempre impegnativo, è minore rispetto agli altri anni. Quest'anno mi sono ripromesso di concentrarmi sulla mia musica ed è per questo che sto tornando a fare quello. Ho rimesso a posto tutta una serie di cose organizzative anche a livello discografico, ho registrato un disco che uscirà all'inizio del 2024, un disco che amo molto, con un'energia che non trovavo da tempo, quindi sono pronto. Ho messo a posto tutte le caselle che erano perse per strada.

Con e, quest'anno c'è anche Chiara Galiazzo…

Chiaretta, la mia amica pazza, con cui saremo dietro le quinte, racconterà delle storie, intervisterà gli artisti, sarà la macchietta del fesrival e poi l'ultima sera canterà anche lei.

Poi hai un sacco di progetti speciali, tra musica e ambiente.

Questo è importantissimo, abbiamo coinvolto due Onlus, Worldrise e Sea Shepard, che ci danno una mano a mantenere l'area concerto pulita, a essere il più possibile a impatto zero, ci aiutano a sensibilizzare con dei talk che facciamo all'inizio dei concerti.

Le prossime date sono tutte sold out, immagino che siate costretti a lasciare fuori un sacco di gente, no?

Sì, purtroppo sì, mi dispiace perché in questo periodo c'è tanta gente che vuole entrare, purtroppo i porti e i posti sono questi, bisogna mantenere dei numeri e rispettare il più possibile il luogo, senza esagerare, io dico sempre che chi decide di venire a vedere Porto Rubino deve vivere un'esperienza a prescindere dall'artista, quindi consiglio sempre di prendere il biglietto prima a prescindere anche dall'artista, che resta importantissimo, però è un pezzetto di ciò che è tutto il festival.

Pelù ha annunciato lo stop, come lo sostituirete?

Per fortuna ci è venuto a salvare Antonio Diodato che sarà presente alla data di Monopoli

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