Rehab di Amy Winehouse, la canzone della consacrazione della sfortunata artista
Così come è stato per Back To Black, sembra che in ogni canzone di successo di Amy Winehouse fosse scritto un po' del suo destino, in una sorta di beffarda profezia di quello che sarebbe accaduto quel 23 luglio quando l'artista è stata ritrovata morta nel suo appartamento londinese.
Forse ancor più di Back To Black, è stata Rehab a far capire da subito il temperamento dell'allora giovanissimo astro nascente del panorama soul britannico, quella che avrebbe dato il via a tutta una serie di nuove artiste definite da allora le "nuove Amy", ultima tra tutte Adele.
Rehab, come dice il titolo stesso, non fa che affrontare il tema dei centri di disintossicazione, dei luoghi che a quanto pare già allora la cantante avrebbe dovuto frequentare ma ai quali si è sempre opposta strenuamente. Come ci ricorda, infatti, lei stessa nel brano "Hanno cercato di mandarmi in disintossicazione ma ho detto no no no".
Purtroppo sono molti oggi quelli che ritengono che la giovane Amy avrebbe dovuto dire "sì sì sì" a quell'offerta di aiuto, come si può leggere nei numerosi messaggi di cordoglio inviati tramite Twitter e Facebook dai colleghi della star.
Ma Rehab stessa sembra una vera e propria richiesta di aiuto: più che di un centro di disintossicazione, a giudicare dal brano sembra che Amy avesse bisogno di veri amici che le stessero vicini: "Non voglio mai più bere, ho solo bisogno di un amico… Non è solo il mio orgoglio, è solo finchè queste mie lacrime non si saranno asciugate".
Come al solito in questi casi, insomma, la colpa forse non è solo di chi ormai non c'è più, spesso liquidato con un cinico "Se l'è cercata" ma anche di chi conoscendola avrebbe forse potuto fare qualcosa di più per lei.