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Rap e trap dominano le classifiche: merito del conteggio dello streaming?

Nelle ultime sei settimane il rap e la trap dominano le prime posizioni della classifica degli album, facendo del 2017 un anno importante. Quanto c’entra l’introduzione degli stream nel conteggio lo scopriremo tra qualche mese.
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A cura di Francesco Raiola
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Da sx: Sfera Ebvbasta, Gué Pequeno e Fabri Fibra
Da sx: Sfera Ebvbasta, Gué Pequeno e Fabri Fibra

È ancora presto per capire che influenza ha avuto l'introduzione dello streaming nel conteggio delle vendite degli album; troppo poche le settimane passate per avere un quadro completo e sufficiente per notare le variazioni di artisti, generi e numeri nelle prime posizioni della classifica degli album più venduti, anche se comincia a esserci una sensazione, che potrebbe essere solo un caso, ovviamente. Eppure si fa notare. Chi guarda settimanalmente le classifiche di vendita e tiene d'occhio le uscite più o meno ha un quadro più o meno preciso di quello che succederà: si sa che certi artisti, i grandissimi che hanno costruito la propria classifica negli anni 80 e 90 hanno poche possibilità di non andare primi in classifica, così come i vincitori di "Amici", mentre per gli artisti di Sanremo le probabilità, più che andare al primo posto, almeno di entrare in top 10 sono molto alte.

L'importanza di Youtube per i rapper

Una fanbase costruita nel tempo e alimentata quotidianamente, una visibilità televisiva enorme sono fattori importanti, tanto quanto quelli di creare buona musica e a volte anche di più. Nel 2013 il mondo scoprì all'improvviso che il rap esisteva anche con numeri importanti e si cominciò a parlare di anno d'oro del rap (cosa che facemmo anche noi, tra l'altro), sottolineando numeri, posizioni etc, ma senza comprendere a fondo la potenza che sotto le ceneri ardeva già all'epoca. Gli anni successivi non sono stati più gli stessi, almeno a livello di numeri da classifica, ma quelli ormai contano sempre meno (non bisogna vendere 100 mila copie per andare in testa, anzi), mentre i rapper hanno sempre preferito contare visualizzazioni su Youtube, persone ai concerti e da qualche anno anche gli streaming, appunto.

Un 2017 importante per rap e trap

Le classifiche di queste ultime settimane stanno tornando a dare l'impressione di un'Italia fondata sul rap e sulla trap, in quello che forse sarà un anno di cifre importanti che da qualche settimana, oltre alle milionate di visualizzazioni su Youtube – che non vale nel conteggio delle classifiche – e streaming (e forse anche grazie a quelle) stanno facendo la parte del padrone anche nelle classifiche ufficiali.

Non solo i ‘vecchi': Mostro, Sfera, Ghali e Rkomi

Il ritorno al n.1 di Fabri Fibra, col suo "Fenomeno" (il precedente aveva raggiunto la posizione n.2) era un campanello importante, ma è stata l'estate a dare l'impressione che qualcosa stava cambiando. Da sei settimane, infatti, sono rap e trap a dominare la prima posizione della classifica, ma dando una scorsa anche a quelle precedenti si vede come il genere non esca praticamente mai dal podio. Gué Pequeno è quello con il maggior numero di primi posti, ma a fargli compagnia e ad alternarsi con lui ci sono un gruppo di giovani cantanti trap che stanno trovando nuove strade: Ghali, Mostro, Rkomi, Coez o Sfera Ebbasta (tra i singoli), ma anche artisti stranieri come XXXTentacion stanno dimostrando che la loro strategia alla lunga sta pagando. Nomi sconosciuti agli over 20, probabilmente, che da anni vivono e crescono soprattutto su Youtube, dove fanno numeri che molti big della musica italiana si sognano (10, 20, 30 e finanche 50 milioni di visualizzazioni), fomentando discussioni enormi, dissing, commenti e collaborazioni. Il movimento – che, sia chiaro, è tale soprattutto nelle semplificazioni giornalistiche -, però, si compone anche di nomi più grossi, e non è un caso che nelle ultime due settimane in testa alla classifica ci sia Caparezza con "Prisoner 709", che in pochi giorni ha raggiunto la certificazione d'oro.

L'influenza dello streaming

Se è una moda del momento o sarà una costante dei prossimi anni lo scopriremo vivendo, appunto, mentre tra qualche mese, però, potremmo cominciare ad avere un'idea su quanto l'introduzione dello streaming, sempre più mezzo indispensabile per fruire della musica, abbia influenzato le statistiche dell'anno. E soprattutto vedremo quanto il conteggio della gratuità del mezzo nel caso in cui la discussione sulla possibilità di conteggiare solo quelli degli abbonati, ovvero per chi paga la musica che ascolta, vada in porto, conti o meno sui risultati.

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