R. Kelly colpevole per tutti i capi di accusa nel processo per traffico sessuale
Il rapper americano R.Kelly è stato giudicato colpevole per tutti i capi di accusa nel processo per traffico sessuale che si protrae da oltre due decenni. Il cantante, il cui nome vero è Robert Sylvester Kelly, oltre alle accuse rivolte da ben undici adolescenti, ha violato il Mann Act, la legge che vieta il traffico sessuale tra gli stati americani. La condanna è di tredici anni di reclusione, dopo essere stato assolto in un precedente processo in cui era accusato di pedo-pornografia.
La condanna dei giudici
Il pubblico ministero dopo due giorni di attesa per comunicare la condanna, che arriva dopo sei settimane di processo, ha dichiarato colpevole R. Kelly di tutti i capi di imputazione e il 4 maggio 2022 dovrebbe esserci l'udienza per la condanna definitiva, che lo costringerà ad anni dietro le sbarre. Stando a quanto riporta la stampa americana, i giudici hanno dichiarato che il cantante avrebbe utilizzato la sua fama per attirare a sé le sue vittime, promettendogli in cambio favori e aiuti nel mondo della musica. I magistrati hanno dichiarato che il cantante avesse imbastito con il suo entourage una vera e propria impresa criminale con la quale reclutava vittime, minorenni, da vero e proprio predatore sessuale. A questa accusa ha risposto l'avvocato di Kelly, ovvero Deveraux Cannick, il quale ha dichiarato che nei confronti del suo assistito non c'è stata equità e alcune delle dichiarazioni fatte dalle vittime non corrisponderebbero al vero e che, quello che negli anni 90 e 2000 era definito come il re dell'R&B, non avrebbe avuto bisogno di utilizzare certi mezzi per attirare l'attenzione delle donne.
R.Kelly accusato da undici persone
Undici erano gli accusatori del rapper, nove donne e due uomini che hanno testimoniato raccontando gli abusi subiti, rivelati anche in un lunghe interviste rilasciate in televisione. Il caso di R. Kelly, si legge sul New York Times, rappresenta uno dei primi ad abbracciare il movimento #MeToo nella comunità nera. Sono infatti donne nere ad aver denunciato le violenze e i soprusi subiti. La carriera del rapper americano è riuscita a continuare grazie all'assoluzione nel processo del 2008 per pedo-pornografia.