Quello del quarto di secolo (ininterrotto) di carriera è un traguardo notevole, dedicandosi a un genere musicale che ha tra i suoi slogan “live fast die young”, cioè “vivi in fretta muori giovane”. Del motto, il gruppo costituitosi nel 1989 a San Lorenzo di Parabiago, circa quindici chilometri a nord-ovest di Milano, si è insomma limitato ad applicare la prima parte, come testimoniato dalla decina di album, dall'infinità di esibizioni e dalla coesione interna: l'organico è rimasto a lungo immutato, e dispiace che alla festa sia assente il chitarrista e cofondatore Fabrizio “Flaco” Castelli, uscito dai ranghi tre mesi fa. Comunque, una gran bella storia di energia, divertimento e (spesso) attenzione al sociale, certo meritevole di celebrazioni; non a caso il quintetto lombardo si accinge a riportare in giro – prima tappa al Leoncavallo, il 17 gennaio – il “Paranoia Domestica Tour” già messo in scena con successo nel 2009/2010 per il ventennale, e documentato persino da un DVD.
In quella circostanza, i Punkreas avevano presentato il loro repertorio iniziale, raccolto in quattro album – uno era in realtà la ristampa in CD del primo demo, ma non sottilizziamo – pubblicati fra il 1990 e il 1997; lo stesso di “Punkreas XXV Paranoia domestica”, il box che sarà commercializzato, a soli 15 euro e 90, in parallelo al nuovo giro concertistico. Senza nulla togliere ai lavori seguenti, di buon livello al di là delle inevitabili cadute di tono, l'essenza più pura della band è fotografata da questa quarantina di canzoni che si riallacciano ai classici schemi dell'hardcore melodico californiano anni ‘80, con digressioni ska e la fondamentale variante dei testi in italiano; un percorso in crescita che dall‘ancora un po' acerbo “Isterico” (1990) passa al più a fuoco “United Rumors Of Punkreas” del 1992, il vinile della famosa copertina-plagio alle pubblicità della Benetton edito da un‘etichetta-cardine dell'hardcore nazionale, la T.V.O.R. (acronimo per Teste Vuote Ossa Rotte) e giunge ai due lavori “della maturità”: “Paranoia e potere” del 1995, con gli inni “Acà toro”, “La canzone del bosco” e “Tutti in pista”, ed “Elettrodomestico” del 1997, che contiene fra gli altri “Il mercato del niente” e “Ambarabà”. Da “Pelle” (2000) lo stile, pur non perdendo in forza di impatto, si farà più levigato, e il gruppo diventerà un'istituzione non solo all‘interno del circuito punk che lo aveva generato; e nutrito, considerato come i primi dischi – adesso ristampati separatamente, oltre che nel cofanetto – siano stati all'epoca venduti in svariate decine di migliaia di pezzi.
“Punkreas XXV Paranoia domestica” e la relativa tournée sono dunque un'ottima occasione per accostarsi (o riaccostarsi) al sound ruvido e trascinante di questi eterni ragazzacci, che a differenza di tantissimi loro compagni di cordata non si sono accontentati dei canonici quindici minuti di gloria ma hanno lavorato con il massimo impegno per durare; e che oggi hanno tutto il diritto di godersi (ok, per la seconda volta in un lustro…) il loro momento di “retromania”. Meriterebbero tutto ciò che hanno raccolto anche solo per il nome adottato, che per genialità se la gioca – rimanendo nel punk tricolore – con Peter Punk e Brigate Rozze. Per trovare qualcosa di più brillante bisogna scavare nel rock demenziale di Edipo e il suo complesso, Lino e i Mistoterital e Santarita sakkascia.