Processo Michael Jackson, parla la madre: “Mio figlio non si drogava”
La madre di Michael Jackson non si arrende nella sua battaglia legale contro l'agente promoter del re del pop, AEG Live. La vicenda la conosciamo, ma la riepiloghiamo brevemente: sino ad ora il solo colpevole riconosciuto per la morte di Michael Jackson è il dottor Murray, il medico che somministrò al cantante massicce dosi di Propofol, un anestetico che potesse aiutarlo a dormire durante la stressante preparazione dei concerti a Londra. Il seguito della vicenda, ha visto la famiglia del cantante scomparso avventurarsi in un'azione legale molto più ampia, che di fatto accusava appunto la AEG, società organizzatrice dei concerti di Jackson, che secondo l'accusa sarebbe artefice di un meccanismo malato che avrebbe portato alla morte del cantante: un grande meccanismo di cui il dottor Murray non fosse che un ingranaggio.
L’accusa ritiene responsabile l’AEG di frode, negligenza, inflizione di stress emotivo e cospirazione civile, elementi che avrebbero condotto alla morte la pop star e chiede il risarcimento di tutto quello che Jackson avrebbe potuto produrre per il resto della sua vita (una cifra che va dai 4 ai 40 miliardi di dollari). Ma arriviamo ad oggi, quando il processo continua svolgersi e i testimoni vengono chiamati a parlare. La mamma del re del pop attacca proprio il dottore, assoldato dalla stessa AEG: "Anche se Michael avesse chiesto il propofol, Murray avrebbe potuto negarglielo.
E l'AEG come si difende? E' molto semplice: la casa organizzatrice dei concerti afferma che le dosi di Propofol fossero state assunte dal cantante di sua spontanea volontà e che i vertici dell'organizzazione non avessero nessuna colpa in merito alla somministrazione di quella sostanza che, in eccedenza, ha appunto provocato il decesso della star. E Katherine, mamma Jackson, risponde senza mezzi termini, in maniera secca: "Mio figlio non si drogava, non l'ho mai visto drogarsi".