Processo Jackson: “MJ era un drogato” dice un testimone dell’AEG
Continua il processo che vede contrapposti l'etichetta del cantante, appunto, e la famiglia che la accusa di non aver supervisionato abbastanza sul medico che aveva scelto per curare Michael Jackson in occasione del ritorno in tour. Una causa che va, ormai, avanti da tempo e che ogni settimana mette un tassello nuovo a quelli che sono stati gli ultimi giorni del cantante che oggi, inoltre, avrebbe compiuto 55 anni.
Il dottor Petros Levounis, infatti, ha dichiarato che il cantante sarebbe stato dipendente dagli stupefacenti, almeno negli ultimi 15 anni della propria vita e che riusciva a nascondere così bene questa dipendenza che i dirigenti della label non avrebbero potuto sapere quali fossero i rischi reali per il cantante. Ma il difensore della famiglia Jackson ha fatto notare come il cantante, nel 1993,, dovette interrompere il tour di "Dangerous" proprio per entrare in riabilitazione a causa della dipendenza dagli antidolorifici, aggiungendo: "Se lo ha annunciato al mondo non era un fatto privato, no?"; "In quel momento non lo era" ha risposto il dottore che ha continuato spiegando come la popstar avesse continuato a usare oppioidi anche in seguito alla ferita alla testa per cui gli erano stati prescritti. Solo che gli oppioidi non sarebbero alla base della morte del cantante che è morto per un'overdose di Propofol, un anestetico che gli era stato somministrato dal medico Murray negli ultimi due mesi, per aiutarlo a dormire.
Dire che MJ era un drogato, però, pur non servendo a spiegare come l'etichetta non fosse colpevole nella mancata supervisione di Murray, potrebbe servire per dare alla giuria un'immagine negativa che potrebbe far comodo nel momento del giudizio.
Intanto non si placano le voci su eventuali registrazioni inedite del King of Pop e ieri c'è stato un mezzo giallo, quando uno dei maggiori produttori pop al mondo, ovvero Timbaland, in un'intervista trasmessa da Revolt Tv (il sito fondato da Sean "Diddy" Combs), che ora non è più accessibile, ha ammesso di star lavorando a un progetto che prevede di unire la voce di Michael Jackson alla musica del produttore. Il progetto sarebbe stato pensato da L.A. Reid. CEO della Epic Records, ma ad ora sembra che non ci siano maggiori notizie; la stranezza della cosa è anche in una dichiarazione di Timbaland che qualche mese fa criticò la scelta di Chris Brown di utilizzare in un pezzo, nel 2012, la voce della star R&B Aaliyah scomparsa in un incidente aereo nel 2001. Vedremo nei prossimi mesi cosa è vero di queste voci e soprattutto capiremo chi la spunterà tra la famiglia Jackson e l'etichetta in un processo che mette sul tavolo un'ingente quantità soldi.