“Prince ricoverato per overdose, non era influenza”
Prince sarebbe stato ricoverato per overdose e non per una semplice influenza, come riportato ufficialmente dal manager del cantante. Secondo quanto riportato questa mattina da Tmz, il cantante una settimana fa si è sentito male per un overdose di oppiacei. La redazione del giornale di gossip americano è stata la prima a diffondere la notizia della scomparsa del cantante e, stando alle ultime informazioni riportate, il cantante stava facendo ritorno da un concerto ad Atlanta quando, a causa di una overdose di oppiacei, è stato reso necessario l'atterraggio d'emergenza in Illinois ed il trattamento urgente che gli avrebbe, in quel momento, salvato la vita.
Il fatto che l'entourage di Prince avesse chiesto un atterraggio d'emergenza a Moline, nell'Illinois, per una semplice influenza quando ci si trovava a soli 49 minuti di viaggio dalla residenza del cantante, aveva lasciato subito più di un sospetto. Molte fonti del giornale americano a Moline hanno dichiarato che le condizioni del cantante sono subito apparse molto gravi. Dopo avergli somministrato un medicinale che ha subito contrastato gli effetti degli oppiacei, l'entourage di Prince ha chiesto per lui una stanza privata ma il piccolo ospedale non ne aveva a disposizione, così il cantante è stato rilasciato tre ore dopo. Le autorità di Chanhassen, cittadina del Minnesota dove il cantante viveva, hanno già acquisito i rapporti e la scheda paziente dall'ospedale di Moline per chiarire le possibili cause della morte.
Due mesi fa la morte della ex
Tra i misteri e le coincidenze della vita, con la morte di Prince c'è anche quella della scomparsa di Vanity, sua ex compagna e leader delle Vanity6. Al secolo Denise Katrina Matthews, la cantante è morta a 57 anni, la stessa età di Prince, in un ospedale della California a causa di un'insufficienza renale. Da tempo combatteva con una grave e rara malattia, la peritonite sclerosante incapsulante, ma i suoi problemi di salute erano legati soprattutto dall' abuso di crack.
